Via Androne: firma della convenzione in attesa della riapertura
La chiusura dell’aula studio di Via Androne, avvenuta alla fine dello scorso Dicembre, ha suscitato malumore e vibranti polemiche tra gli studenti dell’Università di Catania.
La sede di Via Androne ha una gestione autoreferenziale, è affidata cioè alla “guida” strategica dell’Associazione Universitaria studentesca Arcadia che da due anni ne cura organizzazione ed assetti interni. Via Androne, però, è qualcosa di più che una semplice aula studio. Chi la frequenta ne ha una percezione di ritrovo familiare, quasi fosse una seconda “casa”, uno spazio di aggregazione “libero”, sempre aperto e dall’orario flessibile (decisamente flessibile vista l’ora di chiusura fissata per le 24.00). Allo scadere del 2009 il Rettorato, posto di fronte all’esigenza di adeguare i locali (2 stanze per complessivi 50 posti) ai requisiti di sicurezza previsti dalla Commissione di Vigilanza, opera un’inaspettata chiusura. “Chiudere l’aula in quel periodo, ricco di esami, ha creato qualche disagio agli studenti. Tra l’altro era la sola accessibile durante le festività Natalizie”.
Alessandro Corradi, responsabile di Arcadia, non nasconde il disappunto per l’improvvisa serrata che ha disorientato gli abituali frequentatori della struttura. Al suo interno ogni giorno si radunano 150 studenti, con un notevole flusso di fruitori dei servizi di bacheca informativa, cineforum e tutorship. “Noi di Arcadia siamo in costante contatto con il Rettorato – prosegue Corradi – e sollecitiamo la realizzazione rapida dei lavori per garantire la riapertura e il ripristino delle attività”. L’ordine di fattori alla base della perdurante chiusura è di natura burocratica: il bando di aggiudicazione dei lavori di messa in sicurezza e la stipula di una nuova convenzione con il gruppo universitario di gestione. Problematiche di tipo strettamente formale che hanno dilatato i tempi.
Corradi non ha dubbi sulla volontà dell’Università di recuperare Via Androne: “Dal tavolo tecnico avuto con il Rettore e il direttore amministrativo è emersa la chiara volontà politica di restituire agli studenti l’aula studio, trovando i giusti accorgimenti che ne permettano un efficiente e disciplinato funzionamento. Nessun taglio di costi o altra simile congettura, solo l’effettivo intento di individuare soluzioni perseguibili”.
Il riferimento, colto tra le righe, è il precedente di qualche anno addietro quando l’aula venne chiusa dall’Università su pressione degli abitanti di Via Androne, infastiditi dalle intemperanze notturne degli studenti. In seguito il Rettorato, persuaso da una massiccia raccolta di firme, restituì l’aula alle sue attività. Piuttosto, il nodo cruciale sembra essere la razionalizzazione dei costi del servizio di vigilanza, fondamentale garanzia di vita della struttura.
Luigi D’Angelo