Un cuore di farfalla
Conoscere la quotidianità delle persone con disabilità, dei loro genitori, insegnanti, fisioterapisti e medici, attraverso le loro “voci”, il loro raccontarsi, il loro aprirsi agli intervistatori, studiosi di sociologia e di pedagogia.
Capire un’umanità “diversa” troppo spesso marchiata e stigmatizzata, vista con la lente deformante degli stereotipi, scoprire, attraverso una relazione autentica; caratteristiche che spesso, a causa dello stigma sociale nei confronti delle persone disabili, non emergono.
Sono questi i temi del libro “Un cuore di farfalla. Studi su disabilità fisica e stigma” (Franco Angeli), curato da Rosalba Perrotta, sociologa della facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania e presentato martedì 30 marzo nell’aula magna della facoltà di Scienze politiche: “Tutti noi possiamo essere specchi positivi – ha affermato la professoressa Perrotta – e aiutare le persone con disabilità a diventare farfalle”.
Il volume che raccoglie i contributi di Anna Buccheri, Giuseppe Carbone, Maria Fobert Veutro, Andrea Fontana, Maurizio Licciardello, Alessia Passanisi, Antonella Scuderi, Graziella Scuderi e Giuseppe Toscano è articolato in varie parti, ciascuna con una propria autonomia, in modo che il lettore possa concentrare l’attenzione sulle sezioni che più gli interessano. Tra queste particolarmente interessante è la seconda parte intitolata “Testimonianze” in cui sono state raccolte le “voci di giovani disabili”.
Dei contenuti del libro hanno poi parlato il preside della facoltà di Scienze politiche Giuseppe Barone, la professoressa della facoltà di Scienze della formazione, autrice di un contributo, Graziella Scuderi e la stessa Rosalba Perrotta.
“Un cuore di farfalla è un libro speciale – ha sottolineato Barone – perché tocca una questione cruciale di democrazia e dei diritti della persona, incidendo su un aspetto fondamentale della convivenza civile”. Un’indagine ad ampio raggio lungo il percorso dello stigma: “paura e rigetto infatti – ha evidenziato la prof.ssa Scuderi – hanno fin dall’antichità contraddistinto la percezione della minorazione”. Un testo, dunque, che permette di riflettere sulla percezione che si ha delle persone disabili e su quali siano le ricadute “concrete” che tale percezione produce.
“Non c’è correlazione tra disabilità e sofferenza – ha sottolineato la Perrotta – : alcune persone con disabilità anche gravi sono serene e allegre; altre, magari con difficoltà di minore entità, sono inquiete e tristi, ciò dipende dallo stigma, dal marchio che la società imprime sulle persone disabili”. La presentazione del volume è stata inoltre arricchita dalla proiezione di alcune sequenze significative, del film di David Lynch “The Elephant Man”, commentate da Giuseppe Toscano, e dall’ascolto di alcune testimonianze di genitori di ragazzi con disabilità, raccolte nel libro, recitate in maniera coinvolgente da due attori professionisti. La “lettura” di testimonianze autentiche rilasciate dai genitori di una ragazza nata con spina bifida e di un’altra diventata paraplegica è stata efficace e ha suscitato un vivace dibattito tra il pubblico.