Totò Cascio e Nuovo cinema Paradiso poesia d’emozioni, venticinque anni dopo
Data:
18 Aprile 2014
CHIUSA SCLAFANI – La giornata comincia prestissimo. Pioggia e nebbia, inusuali per l’aprile siciliano, ci accompagneranno per tutta la durata del lungo viaggio in auto che, da Viagrande, ad una manciata di chilometri da Catania, ci porterà a Chiusa Sclafani, in provincia di Palermo.
Parlo di me e di Maurizio – fedele compagno di mille avventure – che, come sempre, risponde prontamente “Presente!” quando ho bisogno di lui. E’ una costante. Ed io, strada facendo, mi convinco sempre più che non avrei potuto fare a meno del suo aiuto in questa occasione…tra tornanti, salite, segnaletica carente e cattivo tempo.
Il tempo uggioso predispone a quell’atmosfera di dèja vu, di passato dal sapore antico ed agrodolce che è la cifra del capolavoro assoluto della cinematografia mondiale, parlo di “Nuovo Cinema Paradiso” ed è proprio la casa di Totò Cascio, protagonista del film del regista bagherese, la nostra destinazione finale. E’ lì che, dopo il clamoroso successo suggellato dalla vittoria di un Premio Oscar, il nostro protagonista continua a vivere insieme ai genitori ed ai due fratelli.
Durante il tragitto, man mano che ci avviciniamo, attraversando paesi e frazioni, il paesaggio che vediamo è sempre più simile a quello descritto da Tornatore e vengo colpita da una sorta di trasfert mentre il tempo si dilata all’infinito, amplificando i sentimenti. La colonna sonora del film…fa il resto: è un cd, quello, che non mi abbandona mai!
Chiudo gli occhi e mi ritrovo ad immedesimarmi con Totò adolescente (interpretato da un grande Marco Leonardi) che, sdraiato sul molo del porticciolo di una frazione vicina a Giancaldo (paese immaginario in cui viene collocata la storia, nella realtà Palazzo Adriano), viene colto dal primo acquazzone di fine estate ed il suo risveglio è suggellato dal bacio bagnato, ma dolcissimo, della sua Elena, tornata dalle vacanze estive trascorse con la famiglia.
Riapro gli occhi, giusto al richiamo di Maurizio…”Silvietta, siamo arrivati!”. Davanti a me si presenta Chiusa Sclafani, paese di poco meno di 3.000 anime, a 77 chilometri da Palermo ed 80 da Agrigento, comune che si raggiunge dopo aver affrontato svariate curve e tornanti che regalano una vista mozzafiato sulla valle sottostante, ricca di agriturismi e di casolari riportati all’antico splendore, dopo restauri mirati e rispettosi della storia della nostra meravigliosa terra. Tornanti resi ancora più insidiosi dalla pioggia battente e dalla nebbia. Un paese a misura d’uomo, pulito ed ordinato, quello che si presenta alla nostra vista, dall’architettura sobria ed elegante. Nessun clacson strombazzante, né toni di voce accesi: sembra di vederli camminare al rallentatore questi chiusesi. Solo l’infernale richiamo vocale del navigatore satellitare interrompe la sacralità del momento e l’atmosfera ovattata.
Posteggiamo proprio sotto casa di Totò Cascio e l’emozione, tenuta a bada durante il tragitto in auto, riprende il sopravvento. Suono il campanello ed una voce squillante, che riconoscerei tra mille, ci invita a salire. E’ la stessa voce, insistente e simpaticamente petulante di Totò Di Vita bambino quando chiede ad Alfredo (l’immenso Philippe Noiret) di poter prendere e portare a casa pezzi delle pellicole, contenenti i baci censurati da Don Adelio (un altrettanto grande Leopoldo Trieste)… “Alfredo, Alfredo…le posso prendere?????”.
Il contatto fisico si perfeziona con una calorosa stretta di mano che scioglie la mia emozione. L’impatto visivo, certamente, deve fare i conti con i 25 anni che sono passati inesorabili. Totò Di Vita è cresciuto e con lui Totò Cascio che, di anni, oggi ne ha quasi 34 anni. Quando sentiremo, però, la mancanza di quel viso…di quegli occhi vispi e maliziosi, quando vorremo farci contagiare da una passione totalizzante come quella di Salvatore Di Vita per il cinema, quando vorremo ancora una volta immergerci in un passato che odora di sacrificio, di speranza, di amore, tutti temi tratteggiati con maestria da Tornatore… basterà premere “Play” e rivederne il capolavoro.
Mentre mi appresto a posizionare il registratore, per dare vita sia al resoconto di una giornata per me indimenticabile sia per confezionare una puntata speciale della mia trasmissione radio (che a breve potrete ascoltare sulle frequenze di Studio 90 Italia), non posso non pensare a quali e quante sorprese può riservarti la vita. Con la mente, vado a quella fredda sera del 1990 quando, venendo fuori da un affollatissimo cinema Alfieri di Catania, non riuscì a trovare parole adatte per commentare la ridda di sensazioni che il film, appena visto, aveva scatenato in me. Una sola certezza, avevo visto il film della MIA vita. Con il tempo, seppi che “Nuovo Cinema Paradiso”, è il film della vita per tante, tantissime persone. Quella sera, mai avrei pensato di poter ambire ad intervistare Tornatore…Leonardi…Gullotta e svariati altri personaggi di cui mi ero appena innamorata. Poi Totò piccolo…sarebbe stata pura utopia. Eppure è successo ed io mi ritrovo ad essere seduta nella confortevole cucina di Totò Cascio, pronta a raccoglierne la testimonianza e… ditemi se è poco! Grazie, vita!!!!
Quella con Totò Cascio, ve ne accorgerete, più che un’intervista canonica, domande e risposte secche, sarà una sorta di chiacchierata tra vecchi amici a riprova di quella magia che riesce a creare l’arte, si instaura una sorta di familiarità tra noi e l’”oggetto” del nostro desiderio. Io ho davanti il MIO Totò, senza se e senza!
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Totò, Tu nasci a Palazzo Adriano nel 1979 e, ad otto anni circa, vieni individuato dalla troupe di Tornatore per interpretare il personaggio di Salvatore Di Vita in “Nuovo Cinema Paradiso”. Ci racconti com’ è andata? Com’è avvenuto l’incontro destinico con il grande regista?
“Vedi, io prima pensavo fosse stato un caso ma, poi essendo credente, mi sono detto che non potevo essere stato scelto tra 300 bambini, provinati in tutta la provincia di Palermo, se non ci fosse stato l’intervento di Dio. Tecnicamente, diciamo, che sono stato scelto perchè cercavano un bambino dallo sguardo vispo, dall’incarnato scuro e, soprattutto, dall’aspetto mingherlino da anteporre al gigantesco e possente Philippe Noiret. Questo contrasto fece scattare la molla…e diventai Totò Di Vita bambino. Peppuccio mi scelse, anche – cosa che mi disse con il tempo – per la mia capacità di anticipare le parole e i desideri di tutti. Anche durante le prove, mentre tutti parlavano e si confrontavano…io, anche se piccolo, li anticipavo cogliendo il senso esatto di quello che volevano da me. Questa cosa, lo aveva colpito – mi disse in seguito – anche durante i provini. Sono stato bravo, bravino…”
Bravino?…mi lascio sfuggire esterrefatta…
“…si, vabbè…abbastanza bravo…d’accordo. Ma, in fondo, tutti i bambini possono essere bravi attori. Insomma, l’importante è che si divertano, che lo prendano come un gioco. Il numero uno, comunque, in quel film…lo dico anche in un libro che sto scrivendo, è stato Tornatore. Pensa, a quell’epoca aveva solo 33 anni, la mia età attuale. Fare un film di quel calibro e, per giunta, a quest’età non è da tutti…grande Peppuccio!”
Non posso che associarmi al suo pensiero…Si, grande Peppuccio!
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Totò, Tu accennavi a Philippe Noiret che, nel frattempo, è scomparso. Ci regali una perla del grande attore?
“Lui recitava in francese ma, bada, capendo esattamente la mentalità siciliana. Pensando in siciliano. Davvero straordinario. Come facevamo ad intenderci nel film, penserai… Niente, io imparavo l’ultima parola in francese che avrebbe pronunciato ed il gioco era fatto!…E’ stato facile per me interpretare un bambino siciliano ma pensate alla grandezza di quest’attore, nato in Francia. Il nostro è stato un rapporto umano come tra nonno e nipote. Lui con me era attento ed affettuoso tanto da evitare – ad esempio – di fumare il sigaro, suo fedele compagno, quando ero nelle vicinanze…mai fatto. Mi voleva bene. Io ho voluto bene a lui!”
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Totò, il film che ormai è una pagina di storia della cinematografia mondiale, racconta di una passione totalizzante…quella del protagonista per il cinematografo. Questa la Tua passione nella finzione ma, nella realtà, qual è la tua?
“Io di cinema – onestamente -non sono appassionato. Attenzione, se c’è un bel film lo guardo e lo apprezzo. Ricordo le emozioni che mi ha regalato il capolavoro di Benigni “La vita è bella”…ho altre passioni, però. Amo il calcio, ad esempio. Poi seguo la politica (le notizie estrapolate da internet parlano anche di una sua candidatura al Consiglio comunale di Palermo, nelle elezioni del 2012 in seno alla lista del candidato sindaco PDL, Massimo Costa, n.d.r.). Al cinema preferisco di gran lunga la televisione, non la tv spazzatura, chiaramente. Amo i programmi del sabato sera ad esempio, quelli con intrattenimento, balli e tanta musica”.
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Dopo l’esperienza di “Nuovo Cinema Paradiso”, sei stato richiamato da Tornatore per una parte in un altro suo capolavoro, parlo di “Stanno tutti bene” con il grande Marcello Mastroianni. Hai partecipato, poi, ad altri film e fiction televisive (alcuni titoli tra tutti, “Diceria dell’untore” di Beppe Cino, “C’era un castello con 40 cani” con Peter Ustinov”, “Padre Speranza” di Ruggero Deodato…), poi ad un certo punto, con molta serenità – pur mantenendo rapporti e contatti con il mondo del cinema – hai deciso di capitalizzare il successo e di diventare imprenditore nel settore “food”. Prima, sono stati due supermercati, poi un ristorante che – chiaramente – non poteva che chiamarsi “L’Oscar dei sapori” e c’è anche l’idea di lanciare un marchio di prodotti esclusivamente siciliani “Sicilian food”, per l’appunto…nessun conto aperto con il passato, nessun rimpianto?
“No, non è che non c’è alcun rimpianto. Il discorso è che da bambino lo fai come un gioco, non hai bisogno di fare scuole di recitazione, di dizione…se, da grande, poi ti vuoi cimentare nell’arte della recitazione devi studiare e decidere, nel caso di noi siciliani, di trasferirti a Roma, ad esempio. Io non ci ho mai pensato perchè non ho mai pensato fosse quello che desideravo fare. E’ stata una parentesi bella di cui parlo spesso e di cui sono orgoglioso….ma lì finisce. Per me, ripeto, è stata solo una parentesi! Se proprio dovessi pensare di trasferirmi, ma non per fare cinema eh?, la città che amo di più è Palermo…una città che bisogna amare e rispettare per averne tanto in cambio. Ecco, a Palermo mi piacerebbe realizzare qualcosa…è un pallino che ho sempre avuto. Vedremo, in futuro!
- Imprenditore nel settore “food” ma con un occhio rivolto sempre alla sicilianità…si ha l’impressione che Tu ami essere siciliano e sentirti siciliano…
“Allora chiariamo. Quella della ristorazione, prima che essere la mia, è la passione di mio padre…lui ha sempre lavorato nel settore, fin da ragazzo, ed infatti diciamo che gestisce Lui il nostro ristorante (dove, aggiungo io, in una teca è conservato ed esposto il famoso Oscar conquistato nel 1990). Per quanto riguarda la mia sicilianità, si…hai ragione, sono fiero di essere siciliano anche se mi rammarico del fatto che molti, spesso miei coetanei, devono andare via a cercare fortuna. La Sicilia non offre quello che potrebbe…questo mi rammarica tantissimo”.
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E quindi sei della scuola di pensiero di Alfredo quando, nella finzione cinematografica, invita Totò ad andare via per realizzare i propri sogni e a non tornare più…a non farsi fottere dalla nostalgia per questa terra che è matrigna…
“E’ maligna…mi corregge…sì. Nel film diceva così e mi rendo conto, purtroppo, che non aveva torto. Se ci pensi, tutti… da Tornatore a Baudo, da Fiorello a Guardì… grossi personaggi siciliani che hanno in mano il mondo dello spettacolo…per realizzarsi, per diventare grandi e continuare a fare quello che fanno, hanno dovuto decidere di andare via dalla propria terra perchè la Sicilia offre davvero poco, da questo punto di vista. Ed è un peccato…pensa quanti e quali film, ad esempio, potrebbero girarsi nelle splendide location a cielo aperto che offre la nostra terra. Posti unici al mondo”.
A questo punto, Totò si augura che anche da noi si possa realizzare il sogno di una piccola Cinecittà dove tanti talenti potrebbero cimentarsi e sperimentarsi.
“Qui da noi non è solo sole, mare…qui da noi ci sono tanti talenti che potrebbero venire a galla. Ti dico di più, sono convinto che noi siciliani abbiamo una marcia in più…purtroppo, ma non ne capisco il motivo, siamo sempre un passo indietro rispetto agli altri. Anzi, Voi…della zona orientale della Sicilia…siete più all’avanguardia rispetto ad altre zone. Siete da prendere ad esempio…bravi! ”
Incassato, orgogliosa, il gradimento di Totò…continuo con le mie curiosità.
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Torniamo al film. Sono passati 25 anni da quando, uscito nelle sale italiane, si rivelò un flop…considerato troppo lungo con i suoi 155 minuti netti.
“Purtroppo si…venne considerato troppo lungo ma, se mi posso permettere di dirlo… il vero capolavoro è la versione integrale, secondo me”
Come dargli torto…è una vita che i veri estimatori continuiamo a dirlo! Il mancato ritorno della bella Elena, nella versione vincitrice dell’Oscar, rende monco l’intero impianto narrativo ma così è…
“Andò malissimo…ricordo l’insuccesso al Festival di Bari. Una catastrofe. Poi, il grande Franco Cristaldi…produttore del film…una delle colonne del successo che venne a seguire, insieme a Noiret e a Jacques Perrin (ricordo a me stessa che trattasi di Totò Di Vita adulto…ad inizio carriera, indimenticato interprete di “La ragazza con la valigia” con Claudia Cardinale, n.d.a.) chiesero a Peppuccio di tagliare una buona mezzora. Loro quattro si riunirono e decisero che quel film non poteva essere un flop…una storia come quella non poteva che essere un grande successo e videro giusto. Strano ma vero, grazie a quella parte tagliata che, per molti…anche per me…è la parte più bella del film, quella loro intuizione fu vincente. Ce ne accorgemmo a Cannes…un enorme successo che ci ha fatto conquistare il Gran Premio della Giuria…poi la corsa agli Oscar…”
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Quale ricordo hai di quel giorno, da noi erano le quattro del mattino , quando Billy Cristal insieme ad un entusiasta Jack Lemmon pronunciò la famosa frase “The winner is…NUOVO CINEMA PARADISO”???
“ Di quel momento ricordo poco…”
- Come ricordi poco, com’è possibile?
“Si, quella mattina, ero a Roma con mio padre. Ero lì per girare “Il ricatto 2” con Massimo Ranieri…giusto giusto avevo anche la febbre e così non sono rimasto davanti alla tv a seguire la notte degli Oscar. La seguì mio padre e ricordo che, l’indomani, sul set festeggiammo con il regista De Sisti e tutta la troupe. Io non capivo cosa stesse succedendo. Compresi che si trattava di una cosa bella (si, ha detto proprio così…semplicemente… una cosa bella, la vittoria di un Oscar…grande ed infinitamente umile Totò!) quando Tornatore e Cristaldi, presenti alla cerimonia di consegna dell’ambita statuetta, tornarono in Italia con una lettera in cui c’era scritto che ero stato il miglior attore bambino. Peppuccio mi spiegò che prima di me ‘sto premio era stato vinto da Shirley Temple, la bambina prodigio del cinema americano”.
Nella pronuncia del cognome di una delle icone del cinema mondiale, che il nostro Totò cita come Templ e non Tempol come va pronunciato…ci ritrovo tutto il Totò del capolavoro di Tornatore…così come quando pronuncerà Bud Spencer con la “U”…mitico Cascio!!!!
- Purtroppo, tu non hai il sacro fuoco del cinema. A Chiusa Sclafani, ad esempio, non esiste una sala cinematografia ed è un fatto singolare essendo il paese del protagonista di un film che narra proprio di una passione ad esso connesso. L’ultima sala crollò nel 1968, in conseguenza del disastroso terremoto del Belice, e mai più ricostruita. Per andare al cinema, gli abitanti di Chiusa Scafani devono farsi 40 km ed arrivare fino a Corleone. Non hai mai pensato di utilizzare i capitali guadagnati nella tua carriera cinematografica (i primi, aggiungo io, furono i 10 milioni di lire ricevuti per la sua partecipazione a “Nuovo Cinema Paradiso”) per costruire un nuovo cinema qui nel tuo paese?
Divertito ma fermo…
“Neanche per sogno, assolutamente no! Se Tu mi dici di costruire un campetto…anche uno stadio dove i ragazzi possano allenarsi…quello sì! Anzi, fissami un appuntamento con il vostro Pulvirenti e ne possiamo discutere ma… di cinema non se ne parla!!! Io è da anni che non vado al cinema! E, poi, i giovani di Chiusa non li fanno neppure questi 40 km, onestamente, perchè…non vanno al cinema, non lo amano. Usano i computer. So che non è bello a dirsi ma, prima di vederlo in una sala cinematografica, un film può essere scaricato da internet… questa è la realtà.
Poi, davanti alla mia faccia esterrefatta…non può essere lui il MIO Totò Di Vita!… prova a raddrizzare il tiro.
“Un film, lo so, andrebbe visto al cinema. Tornatore dice sempre che il cinema è magia… è sogno. Quando assisti ad un film, se è ben fatto, i personaggi devono rimanerti dentro e questo non può che avvenire nel chiuso di una sala cinematografica. Ma vedi cos’è? Il cinema è un sogno e purtroppo noi ci stiamo abituando a sognare sempre meno, in tanti campi. Questo non va bene… Dormiamo e parecchio, quello sì, ma… non sogniamo. O lo facciamo poco…”
Nel pronunciare questa triste verità, il tono scanzonato di Totò Cascio cede il passo ad un’espressione più greve non in linea con il giovane uomo divertente e spiritoso con cui ho chiacchierato fino a questo momento…
- Totò, 25 anni da festeggiare, come dicevi poc’anzi, con un libro. Vuoi regalarci qualche anticipazione?
“Il libro è in lavorazione, sto andando a braccio…racconto il MIO Nuovo Cinema Paradiso, quelle che sono state le mie sensazioni da bambino, i miei ricordi, l’iter della mia carriera che – se pur breve – è stata molto intensa e mi ha sempre messo a contatto con i grandi, i più grandi! Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. L’aver lavorato con Celentano, ad esempio, per me è stata una cosa meravigliosa, unica. Lo ricordo con orgoglio e con immensa felicità…Racconterò anche il Totò vero, quello di oggi. Chiaramente, la prefazione sarà a firma di Peppuccio Tornatore. Ci siamo sentiti ad ottobre…e mi dice “Tutto a posto? Sposato? Divertiti ti raccomando…sposati più tardi possibile” Lui l’ha fatto adulto. Oggi ha una bambina bellissima, Marianna… E’ un uomo straordinario, Peppuccio. Ogni battuta dei suoi film è studiata e lancia un messaggio. Pensa a quella frase che fa pronunciare a Totò Di Vita quando parte uno dei suoi compagni per affrontare il destino da emigrante di tanti, a quei tempi…”Sei fortunato, la Germania è più vicina della Russia !” Una frase, secondo me, da Premio Oscar legata al fatto che il papà del protagonista viene dichiarato disperso proprio in Russia…Alfredo, ricordi? (eccome no!) non faceva altro che ripetergli , di fronte al mancato ed auspicato rientro…”Ci vogliono anni per andare ed anni per tornare!” e pertanto, il suo compagnetto, secondo Totò Di Vita, poteva considerarsi più fortunato di lui. Questa frase mi è rimasta impressa nel cuore. E poi, cosa dirti di altro? Per me il segreto del successo del film, al di là dei contenuti…tutti di primissimo ordine… è stato, però, il poker di campioni che ne sono i cardini…quattro straordinari fuoriclasse che, messi in una squadra, fanno la differenza. Parlo di Tornatore, del produttore Cristaldi, del grande Morricone che ne ha realizzato la magnifica colonna sonora e parlo, chiaramente, di Philippe Noiret. Per il resto, anche senza di me…o senza tutti gli altri attori…il film avrebbe avuto il successo che ha avuto!”
Comincia a parlare del suo amico Peppuccio ed io starei ad ascoltarlo per ore. Ricorda di quando, giovane…il suo maestro, come lo chiama lui, veniva apostrofato come pazzo, nella sua Bagheria, perchè sempre in giro con macchina fotografica e cinepresa…questo a riprova che il film premio Oscar è la vera storia di Tornatore!
- Totò, anche se non sei appassionato di cinema, ma un personaggio di riferimento…un mito…ce l’avrai o no?
“Ripeto…non amo il cinema. Amo la televisione. Miti sono per me Fiorello, Celentano…Amo quel tipo di televisione. Il cinema, tranne qualche rara eccezione…proprio no!”
A conclusione di chiacchierata, chiedo a Totò Cascio di scegliere una canzone così come faccio sempre con i miei ospiti radiofonici. Il gusto musicale, secondo me, è un ottimo indicatore per capire meglio una persona. L’esperienza mi dice che non sbaglio. Sorride e, pronto, sceglie “Portami a ballare” di Luca Barbarossa e la dedica a mamma Calogera che, silenziosa, ha assistito a tutto il nostro incontro. A tal proposito, a volermi ulteriormente spiegare il motivo della sua decisione di rimanere nella sua terra a vivere in famiglia, aggiunge convinto…
“Avendo la fortuna di avere una mamma come la mia…cucina bene, mi coccola, mi accontenta sempre, chi me lo faceva fare a cercare altro? Tu dici che troverò una moglie all’altezza della mia mamma?”
Il discorso si alleggerisce ed incalzo…
- Ma Totò stiamo facendo, per caso, un appello? Cerchi una moglie che sia brava come la tua mamma?
Si apre in un sorriso senza confini.
“Diciamo così…deve piacere innanzitutto a mia mamma. In un film Celentano dice “Si, sono disposto ad innamorarmi ma deve piacere a mia figlia…”, in quel caso. Si, anch’io sono disposto ad innamorarmi ma mia moglie deve piacere a mia mamma! Discorso chiuso.”.
Sorride anche mamma Calogera che, rassicuro eventuali pretendenti, essere una donna dolcissima e discreta…
“Figlio devoto, è …interviene… ma fin troppo legato a me. Glielo dico sempre che deve un po’ distaccarsi…è troppo legato. Non è bene. E’ sempre stato così…gli altri due no, eh?
- Che difetti ha ? insisto.
“Difetti? E’ nervoso. Quando s’arrabbia è piriculusu! Solo pregi, per il resto. E poi una mamma non vede difetti nei propri figli, no?
- Lei da mamma, cosa si ricorda della vittoria dell’Oscar?
“Ma io non è che ho capito cos’era successo? Io non sapevo cosa era un Oscar. Mi ha chiamato la sorella di Tornatore, Piera (oggi scomparsa prematuramente, aggiungo io) con cui, ai tempi delle riprese stavamo sempre insieme, mischina. Mi ha chiamato, ripeto, urlando… …Abbiamo vinto l’Oscar, Calogera” Ed io……ma cos’è l’Oscar???? Ma come…cos’è l’Oscar????”
Sorride a quel ricordo mamma Calogera…
“Continuavo ad essere fresca come una rosa perchè non “capeva cosa era sto Oscar…”.
Esterrefatta, continuo… –Nessuna emozione, quindi?
“Assolutamente, no. Mio marito era con Totò a Roma…Parliamoci chiaro chiaro. A quei tempi, ero sempre preoccupata. Molto preoccupata. Era un mondo, quello che frequentava Totò, troppo distante dal nostro. La mia preoccupazione era che la mia famiglia poteva sfasciarsi, essere rovinata da tutto questo. Pregavo u Signoruzzu di proteggerci. Avevo una preoccupazione enorme. Mi deve credere…niente testa montata. Certo, ricordo con piacere quando andai a Cannes, quello sì… ma ho vissuto tutto quel periodo con grande apprensione. Ora che mio figlio è grande, ha tanto sentimento…è diverso. Allora, con ‘sto troppo successo correva il rischio di perdersi. Al mio paese, ai parenti, ad esempio…non raccontavo niente. Continuavo a fare la mia vita cercando di essere più normale possibile. Se qualcuno mi domandava… qualcosina la raccontavo ma… tutto qui,eh?”
“Vedi, questa è stata la mia fortuna…- aggiunge Totò con lo sguardo grato rivolto alla mamma- l’aver vissuto in un ambiente umile, operaio…di essere rimasto con i piedi per terra. Si era pensato, ma è stato solo un attimo, di andare a vivere a Roma. Poi, l’idea di fare il passo più lungo della gamba, ci ha fatto desistere ed è stato un bene…”
Alla mia considerazione di avere scoperto un Totò Cascio mammone…Lui mi corregge
“Tutti i ragazzi siciliani siamo mammoni perchè tutte le mamme siciliane sono le migliori del mondo! Puoi avere 80 anni ma la mamma resta la mamma, un dono del Signore. Io, come dicevo ad inizio di chiacchierata, più che per buon senso ho scelto di rimanere a casa per comodità ed affetto. Se non mi fossi trovato bene a casa, con la mamma, probabilmente sarei andato via. La mia futura moglie è avvisata…troverà una suocera che è una delizia!”
- Facci sognare, parlo per me e per i tuoi tanti fans che, in questi lunghi anni, abbiamo cercato di immaginare quale potesse essere la tua vita, la tua giornata tipo…
“Io sono fortunato, sono un personaggio pubblico…è vero ma faccio una vita semplice. Io sono libero, posso fare una vita normale. A Chiusa Sclafani sono Totò Cascio, l’amico di tutti… non devo subire l’assalto dei fans. Certo è bello avere chi ti stima ma è una cosa che, nello stesso tempo, ti priva della tua libertà…della tua intimità. Faccio la vita che fanno tutti i miei coetanei…sono il cosiddetto “ragazzo da bar”, parlo con tutti e di tutto.
- Progetti futuri a parte il libro?
“Intanto sono felice di aver fatto ‘sta chiacchierata con te. Io, ripeto, stimo Voi catanesi e molto. Niente, avete una marcia in più..c’è poco che fare. Per il resto, si vedrà…”
- Totò, in conclusione…oltre ai tanti premi vinti (Oscar, Cannes, Giffoni tanto per citarne alcuni…) c’è un complimento che ti hanno fatto che ti ha particolarmente colpito?
“Guarda all’inizio, quando mi dicevano…”Mi hai fatto piangere”…Ero piccolo, non capivo e ci restavo male. Ricordo che a Palermo, alla cerimonia di Italia 90 allo Zen presente Totò Schillaci, un signore mi prese, mi sollevò e mi baciò come fossi una reliquia. Lo ricordo perfettamente. Che dirti? Quello che mi rimane è l’affetto di tanti. Puoi vincere 10 Oscar ma, se non senti di aver regalato emozioni e sensazioni, non hai fatto niente. Ed io, grazie a Tornatore, questo sento di averlo fatto. Il mio, il nostro…parlo dei tanti fans come te, è stato uno scambio…ho regalato sensazioni, ho ricevuto affetto. Siamo e saremo sempre pari! In conclusione, permettimi di mandare un augurio…proprio con tutto il cuore… a questa nuova testata, che è Sicilia Journal, affinchè possa andare avanti e portare lustro alla nostra Sicilia. Proprio un saluto… da Totò Cascio!
Si è fatto tardi. E’ ora di affrontare a ritroso il lungo viaggio di ritorno, verso Catania. Salutiamo grati Totò, Calogera e… la vita che ti permette, a volte, di realizzare un sogno che magari non te la cambierà ma che ti permetterà di aggiungere un altro pezzetto alla costruzione del tuo personale vissuto e, cosa non irrilevante, ti darà spunto per raccontare una nuova storia. E, come insegna lo stesso Tornatore in un altro suo capolavoro “La leggenda del pianista sull’Oceano”, fintanto che avrai una storia da raccontare…la vita sarà degna di essere vissuta!
Il ritorno a Catania sarà contrassegnato da un tempo che, come per miracolo, si è aperto ad una giornata dai colori e dal calore tipicamente primaverili. Della splendida primavera siciliana, naturalmente!
Silvia Ventimiglia
P.S. Va da sé che molte delle cose dette, per ragioni di spazio, non hanno trovato collocazione in questo mio articolo. Per completezza d’informazione, anche perchè non è usuale essere destinatari di parole di ammirazione da parte di un Premio Oscar, voglio ricordare che Totò Cascio…tra le radio siciliane cui dimostra di essere fedele cita certamente Studio 90 Italia, nella quale mi onoro di svolgere la mia attività, ma anche Radiotelecolor. So che le mie parole faranno felice la mia amica Roberta Lunghi, grande professionista dell’etere e modello, per me, irraggiungibile e, pertanto, mi sembra giusto e doveroso evidenziarlo.
Totò Cascio, inoltre, a margine della nostra chiacchierata, mi chiede di farmi ambasciatrice dei suoi saluti all’on. Nello Musumeci che ammira e a cui manda…parole sue…”Un abbraccio affettuoso da figlio” insieme ad un saluto al mattatore dell’etere televisivo siciliano, Salvo La Rosa.
Basta, mi pare di non aver dimenticato niente e nessuno…almeno, spero.
Alla prossima!
articolo tratto da www.siciliajournal.it