Prima nazionale dell’opera musicale “Il mio piccolo giudice”
Musica che racconta. Silenzi che parlano. Voci che ritmano sentimenti, emozioni, suggestioni. Tamburi che scandiscono i battiti di un cuore che pulsa forte dentro ognuno di noi: quello di Rosario Livatino, che rivive nel testamento d’amore e rettitudine che da vent’anni a questa parte guida intere generazioni.
Per ricordare quel 21 settembre 1990 – giorno in cui il giudice originario di Canicattì è stato ucciso per mano della mafia, a soli 37 anni – ieri sera, in anteprima nazionale, è stata presentata l’opera musicale “Il mio piccolo giudice”, ideata e voluta da Giuseppe Cartella, presidente dell’Associazione Faro di Pace Onlus. Madrina d’eccezione Sandra Milo, che davanti a un pubblico di autorità civili, militari e religiose, ha presentato un progetto artistico che è frutto di una ricerca spirituale e antropologica lunga cinque anni e del sudore di un cast che ha scommesso sull’arte con l’obiettivo di veicolare un messaggio forte di giustizia.
La lotta alla criminalità organizzata trova così nell’armonia della musica, del teatro e della danza, una sua alleata: canti dal sapore antico che si mescolano alle note rock; nenie e lamenti siciliani che s’intrecciano con il blues, mentre sul palco scorrono le immagini che raccontano la corsa disperata del magistrato che va incontro alla morte, quella stessa corsa dell’uomo che va incontro alla libertà. Lui che aveva scritto sul suo quaderno, trovato dalla madre dopo l’attentato, «Non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili». Lui che è stato definito da Giovanni Paolo II «martire della giustizia e indirettamente della fede», ha vissuto il suo impegno professionale come una vera e propria missione. E il suo sacrificio non è avvenuto invano, oggi che è diventato – insieme a tante altre vittime della criminalità organizzata – simbolo di una battaglia per la legalità che moltiplica le sue schiere.
Il mio piccolo giudice, diretto da Antonio Raffaele Addamo, racconta tutto questo: la levatura morale di Livatino, la legge dell’amore che lo ha spinto ad agire con coerenza e integrità, la vicenda del servitore dello Stato, impegnato su scottanti inchieste di mafia e collusioni politiche. Venne ucciso mentre era in viaggio, da solo e senza scorta, sulla strada che lo portava ogni giorno da Canicattì ad Agrigento e questo stesso viaggio viene restituito alla memoria grazie ai testi del musicista e scrittore agrigentino Salvatore Nocera, agli arrangiamenti di Fausto Mesolella anima degli “Avion Travel” e “voce” di Livatino nello spettacolo, alla voce di Maria Luisa Corbo, apprezzata interprete proveniente dal CET (Centro Europeo Tuscolano) di Mogol.
Undici brani pensati e realizzati per raccontare la vita, gli ideali, le battaglie, le paure di Livatino; testi teatrali che lo riportano tra noi; passi di danza che mimano momenti di dolore, di tormento, di rassegnazione, ma anche di grande equilibrio. Un musical per “esprimere l’inesprimibile”. Tra un pensiero e una preghiera.