Melilli, intesa per valorizzare la grotta di Mastro Pietro

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Melilli, intesa per valorizzare la grotta di Mastro Pietro

La Grotta di Mastro Pietro nell’itinerario dell’Ecomuseo dei Monti Climiti di Melilli.

Un progetto, mirato a valorizzare in campo turistico e didattico la cavità naturale di notevole interesse naturalistico e culturale, che nasce su iniziativa del sindaco Giuseppe Sorbello e del direttore del Cutgana dell’Università di Catania, Concetto Amore, e del delegato del rettore dell’Ateneo catanese per le aree protette, Angelo Messina, nell’ambito dell’accordo di programma siglato nel 2000  tra il centro universitario etneo e il comune di Melilli per gestire le aree protette melillesi e altri siti di interesse eco-turistico.

Grazie alla nuova intesa saranno avviati i lavori all’interno della Grotta di Mastro Pietro mantenendo inalterate le condizioni naturali esistenti grazie all’installazione di tre piccole pedane in legno per facilitare il percorso e per preservare, allo stesso tempo, la formazione delle stalattiti e delle stalagmiti. Prevista anche la realizzazione di “giardino botanico mediterraneo”. La grotta sarà aperta al pubblico in minima parte e al suo interno non saranno installati impianti di illuminazione per non danneggiare l’habitat faunistico.

Le visite – rivolte principalmente agli studenti di ogni ordine e grado al fine di portare a conoscenza i principi della speleologia e del rispetto degli ambienti naturali -, saranno effettuate in modo ecocompatibile mediante l’utilizzo di caschetti e tenui luci che verranno accese con poca intensità e spazi temporali minimi che permettano la visione delle stupende concrezioni che ornano la grotta.

La grotta, infatti, è una delle oltre 50 cavità carsiche presenti nel territorio melillese facilmente accessibile e percorribile anche a visitatori non esperti con pareti rocciose che presenta importanti aspetti vegetazionali tipiche dell’area mediterranea. Secondo l’immaginario collettivo popolare la grotta si snoderebbe nel sottosuolo in una serie di labirintiche sale e cunicoli. In realtà ha uno sviluppo orizzontale complessivo di 192 metri.

Numerose le leggende tramandate sulla grotta come la scomparsa al suo interno di un’intera scolaresca con il proprio insegnante. La cavità, comunque, è controllata assiduamente e tenuta in sicurezza e ancora oggi, malgrado l’asportazione nel corso dei secoli precedenti di una parte di stalattiti e stalagmiti da parte di cavatori o visitatori, conserva ancora oggi una consistente quantità di concrezioni e rappresenta un importante esempio di carsismo attivo.

Nel 2004, a seguito del ritrovamento durante un’escursione di un piccolo ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale, il sito è stato completamente bonificato dal Nucleo artificieri dei carabinieri. All’interno della grotta sono presenti tombe dell’età del bronzo e di pisoliti, spettacolari colonne, stalattiti, stalagmiti e vele già formati o ancora in formazione.