LIVATINO – A 20 ANNI DALLA MORTE, SPETTACOLO IN PRIMA NAZIONALE
I FATTI. 1990/2010. A vent’anni dalla sua morte si parla già di beatificazione. Perché Rosario Livatino era un giudice giovane, buono, ma conosceva la realtà e le sue inside. Dolce e austero allo stesso tempo, “puro, rigoroso e giusto”, nella vita quanto sul lavoro.
Con una missione: “dare alla legge un’anima”. Nonostante la lontananza di quel 21 settembre 1990 – quando lungo la statale per Agrigento, Livatino venne prima tamponato, poi bloccato e infine ucciso da quattro sicari della mafia – il suo lavoro, i suoi ideali sembrano trovare ogni giorno nuova linfa, grazie al ricordo di chi gli ha voluto bene e di chi, pur non avendolo conosciuto, del “giudice ragazzino” ne ammira il coraggio.
IL RICORDO, “IL MIO PICCOLO GIUDICE” –
Le lunghe giornate di lavoro del giudice, le intense ore di preghiera del cristiano, i dubbi e i traguardi del giovane uomo: Rosario Livatino vive. Vive attraverso l’universalità delle note che raccontano l’uomo e il servitore dello Stato, divenuto un faro di speranza per tutti. Vive nell’opera musicale “Il mio piccolo giudice”, che in prima nazionale andrà in scena proprio il 21 settembre prossimo, al Cineteatro Odeon di Canicattì (ore 21.00), grazie all’organizzazione dell’Associazione Faro di Pace Onlus e a all’idea del presidente Giuseppe Cartella: «La forza della musica, l’espressività della danza, la bellezza dell’arte possono andare oltre la morte – spiega Cartella – comunicando un messaggio di pace, purezza e onestà che onora il ricordo di Livatino. Abbiamo lavorato con tanta passione a questo progetto, portando in scena un’opera musicale che è soprattutto un percorso nel vissuto interiore del giudice, attraverso i suoi sentimenti e i sentimenti delle persone che lo hanno amato, in un linguaggio che nasce dall’incontro tra le nuove sensibilità musicali con le sonorità più arcaiche della Sicilia».
Sul palco verrà raccontata la vita di Livatino, ma soprattutto saranno trasferite al pubblico le sue emozioni più intime attraverso i rapporti con la famiglia, con la donna amata, con gli amici, con la sua Sicilia, con il mondo che lo ha circondato per 37 anni, età in cui venne ucciso sulla Statale 640 che percorreva ogni mattina da Canicattì ad Agrigento, dove lavorava come giudice a latere presso la Sezione misure di prevenzione del Tribunale.
Parole e note contro la mafia, così la lotta alla criminalità trova nella musica una valida alleata: rock, etno e jazz insieme per raccontare gli errori del passato e le speranze del futuro: anima e voce dello spettacolo è l’interprete Maria Luisa Corbo – apprezzata artista proveniente dal CET (Centro Europeo Tuscolano) di Mogol – che sarà sul palco insieme a Salvatore Nocera e Fausto Mesolella (anima degli “Avion Travel” che darà la voce a Livatino) che hanno curato testi e musiche, e ai musicisti, agli attori e ai danzatori. Il tutto magistralmente diretto dal regista Antonio Raffaele Addamo.
A cavallo dei due anniversari dalla morte dei giudici Livatino e Saetta, Canicattì li ricorderà nella “Settimana della legalità”, nata – sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – per guardare al passato come modello per il futuro, per ricordare ma anche per andare avanti nel segno della giustizia. Una serie di momenti di approfondimento e spettacolo, che vedranno la partecipazione di magistrati di fama nazionale, giornalisti e operatori del volontariato antimafia.
Tra gli ospiti presenti, la madrina d’eccezione Sandra Milo, Sua Eccellenza Luigi Bommarito, Arcivescovo emerito di Catania – che celebrò i funerali del giudice Saetta – e del procuratore generale di Catania Giovanni Tinebra, e altri magistrati che lavorarono fianco a fianco con Livatino.