incontro con Vecchioni

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Incontro con Vecchioni

Giorno 14 Maggio 2010 si terrà nell’ Auditorium “P. Borsellino” della  Scuola secondaria di 1 grado “Raffaello Sanzio di Tremestieri”  l’incontro organizzato dal dirigente scolastico, prof.ssa Mariolina  Castorina con il cantautore, scrittore, professore Roberto Vecchioni. 

Gli alunni hanno letto il libro “il libraio di Selinunte“  nell’ambito  del progetto “Lettura d’Autore“. Il racconto viene reso come una  metafora della vita in cui  un mondo senza libri, senza cultura,  diventa piatto e meschino, ridotto all’osso, dove i sentimenti, anche  se sbocciano, non possono essere coltivati, concimati, potati perché  manca la cultura… In fondo l’uomo  è l’unico animale che dalla notte  dei tempi tramanda la propria cultura; nei primi tempi oralmente, poi 
in forma scritta. Una favola “per grandi”, delicata, che coinvolge  soprattutto per come viene narrata, che parla della lettura, dei libri  e di come possono dare un significato alla vita.
Essa ci offre l’opportunità di riscoprire alcuni versi di celebri  personaggi della letteratura universale come Pessoa, Manzoni, Sofocle,  Tolstoj, Saffo, Shakespeare, Leopardi, Dante, Catullo, Rimbaud,  Proust, Borges, Dostoevskij.
Questo romanzo è una canzone, ha la profondità di una poesia che ci  apre il cuore con cose semplici, ci fa assistere ad uno spettacolo con  noi protagonisti e spettatori allo stesso tempo, è una storia con un  pretesto per guardarsi dentro, per parlare di sé, ed in questo  racconto tutti i “lettori” lo faranno, verranno colpiti  dall’incantesimo dei ricordi lontani, dei sapori, dei suoni e degli  odori dell’eterno bambino racchiuso in noi.
Ci rispecchieremo nel libraio, nell’uomo notturno che gioca con la  magia della parola, colui che può cambiare il mondo, che dà un senso  al mondo, ma ci riscopriremo anche nel bambino che spia il libraio, e  sogna.
E quando il libraio se ne va, portandosi via le parole, e con esse il  significato stesso del mondo e delle cose, dentro di noi si fa strada  un sentimento di rivalsa verso gli abitanti del paese che l’hanno  scacciato, che sono gli abitanti del mondo, e verso quel mondo che non  riesce a percepire la diversità come una qualità, spaventato 
dall’ignoranza che lo racchiude nel sua gretta, meschina ed atavica  paura.
Il fatto che il libraio non venda libri ma li legga ad alta voce è  perché si rivolge alle intelligenze ed ai sentimenti degli uomini  attraverso le parole di grandi scrittori, perché vuole condividerne la  profondità in una fantastica avventura intellettuale. Tutto ciò fa  nascere una riflessione, come direbbe Lubrano, la domanda sorge  spontanea:” Perché leggiamo?”

Forse perché ….
…le parole vanno lasciate parlare,
…ci devono dire qualcosa e noi dobbiamo saperle ascoltare,
…il loro mondo è fantastico ed appartiene a tutti e dobbiamo solo 
ascoltarlo per esserne scaraventati dentro,
…la lettura richiede del tempo, così nel romanzo come nella poesia, ed 
impone una riflessione che non finisce nell’emozione del momento,
…le parole che leggiamo sono la nostra storia, sono la possibilità di 
comunicare e di provare sentimenti,
…la parola è potere, potere che, chi l’ha usata con arte, lo regala a 
chi legge lasciandogli una grande eredità (…e quante altre benvenute 
curiose motivazioni).
…una miriade di libri copre il cielo e poi va a tuffarsi in mare e 
delle parole si perde ogni traccia…
Fa male non avere più parole, fa male non averle sulla bocca, fa male 
non averle nel cuore, fa male non averle nella mente, fanno male le 
lacrime di Primula, la ragazza di Nicolino che gli parla con gli occhi 
e piange quando non riesce ad esprimere tutto ciò che ha e che 
vorrebbe tirar fuori.
Ma c’è una speranza che tutto questo passerà e quando sarà soltanto un 
ricordo… lei staccherà la sua guancia dalla mia e guardandomi mi dirà: 
“Io ho una spina nel cuore quando sei lontano”.
Parole semplici, chiare, dirette ma che assumono un significato 
profondo a questo punto del racconto, che racchiudono tutto il 
sentimento e l’amore che esse possono esprimere nella loro bellezza.