ETNAFEST, TRIBUTO SINFONICO AL CINEMA

musiche

ETNAFEST, TRIBUTO SINFONICO AL CINEMA

Scivolare sulle dolci note cinematografiche, ascoltando il suono chiaro dei fiati che richiamano alla mente le magie di un giovane aspirante mago: Harry Potter. Un sibilo che, unendosi agli archi, agli ottoni e alle percussioni, ha trascinato il pubblico in un climax di emozioni.

Ieri sera al Teatro Massimo Bellini (guidato dalla neo sovrintendente Rita Cinquegrana), il calendario di Etnafest 2010 – voluto dal presidente della Provincia Regionale di Catania Giuseppe Castiglione – ha davvero regalato una serata suggestiva, ripercorrendo i temi melodici delle musiche da film.

Il concerto è stato diretto dal Maestro Marzio Conti, oggi direttore principale dell’orchestra Nacional D’Andorra e alla guida artistica del complesso sinfonico di Salerno, che ha lavorato in perfetta sintonia con l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini e in perfetta armonia con un pubblico vivace, rallegrato dal fantasy-movie. Conti ha interloquito con gli uditori, ha dispensato consigli musicali alla sala: «Vi suggerisco di non perdere la fanfara iniziale di “Blade Runner” e la colonna sonora di “Memorie di una Geisha”».  

“Suite from the motion picture”: sullo spartito scorrono le note romantiche di Nino Rota, che restituiscono alla memoria le canzoni d’amore che fanno da sfondo al Gattopardo – “Sinfonia sopra una canzone d’amore” (1947) – e che procedono spediti verso un “terzo tempo” ricco di colpi di scena. Quello che accompagna l’immaginario collettivo nella battaglia tra garibaldini e borbonici, che si è consumata tra le strade di Palermo. E da Luchino Visconti, dalle tinte malinconiche e nostalgiche che hanno da sfondo alla nota vicenda storica risorgimentale, ecco che s’alzano in volo le note, per approdare in una galassia fittizia, in un non specificato tempo. Benvenuti nello spazio, tra i personaggi della storica saga “Star Wars”. Una partitura di musica operistica che abbraccia però diversi stili: musica classica che assorbe riferimenti moderni. Guerre Stellari, spesso accreditato per aver rivitalizzato negli anni Settanta la musica sinfonica e il suo uso nel cinema, ha lasciato in testa negli spettatori uno dei leitmotiv più conosciuti a livello mondiale. Le due tematiche principali del bene e del male si alternano, prendono forma con trombe e violini che, pur nella semplicità lineare di composizione, riescono bene ad esprimere il concetto di pace e libertà con notevole forza e vigoria. Fiati e tromboni, ritmi tambureggianti, molto cupi e tenebrosi – che scandiscono i tempi nell’avanzata delle forze dell’occulto – lasciano poi spazio ai toni di grandiosità e onnipotenza, fino ad arrivare alle sequenze di battaglie, selvaggiamente ritmate a tutta orchestra.
La bacchetta del direttore d’orchestra volteggia in mezzo alle sensazioni che solo un viaggio condotto dal celebre regista George Lucas può restituire. Un percorso musicale che ha poi trascinato con sé gli spettatori nella magica bicicletta in volo di Steven Spielberg: la fuga, la polizia, i sogni di Elliot, la malattia, l’angoscia, la celeberrima scena “telefono-casa”, la fine dell’inseguimento ed il commovente addio di “E.T. l’extra-terrestre”. E poi ancora la marcia trionfale di Superman, per chiudere con quattro brani di Harry Potter: «Lavoro, dove si scorge tutta la maturità del maestro Williams» commenta il direttore. Soave, quasi commovente, suonato con archi ed ottoni ma anche con un’arpa che ne intensifica il significato quasi idilliaco.
Musica come divertimento, quella di ieri sera. Musica come traccia della memoria.