ETNAFEST, A NOVEMBRE SI ALZA IL SIPARIO SUL TEATRO DEI PUPI

etnafest

ETNAFEST, A NOVEMBRE SI ALZA IL SIPARIO SUL TEATRO DEI PUPI

Tutti i sabati e domeniche alle Ciminiere di Catania

Non c’è stato che l’imbarazzo della scelta: jazz, blues, etno, pop o classica, senza dubbio la regina incontrastata della lunga estate firmata Etnafest è stata la musica.

Il cartellone di eventi promosso dalla Provincia regionale di Catania guidata da Giuseppe Castiglione, ha registrato il tutto esaurito per gran parte delle date in programma: ultimo grande successo quello della trilogia di concerti-tributo alla musica viennese degli Strauss, ospitati in tre suggestive location della provincia etnea durante lo scorso week-end. Dopo Caltagirone e Aci Bonaccorsi, ieri è stata la volta di Randazzo che nella Chiesa madre Santa Maria ha ospitato l’ultimo concerto eseguito dall’Orchestra del Teatro Massimo Bellini, diretta dal maestro Manfred Mayrhofer che ha contribuito insieme all’ente provinciale all’ottima riuscita del filone classico: «Grandi atmosfere e grande emozioni, sono stati questi i capisaldi dei sei concerti dedicati all’eleganza e alla magia della musica classica e d’autore – afferma il presidente Castiglione – dalle romanze celebri cantate dal tenore Giordani alle più suggestive colonne sonore cinematografiche, fino all’omaggio a Strauss e alla Vienna imperiale». Diversi scenari per un crescendo di suggestioni rese uniche dalle ambientazioni e dalle performance musicali.

Come ogni grande festa che si rispetti, la kermesse culturale più lunga e ricca dell’anno è pronta per un viaggio attraverso la storia e le tradizioni della Sicilia: dopo la breve pausa di ottobre, la programmazione riprenderà a novembre con quattro week end interamente dedicati all’Opera dei Pupi. Ogni sabato e domenica del mese, alle 19.00, Orlando&compagni prenderanno vita sul palco del Teatro dei Pupi alle Ciminiere. Un genere che solo agli inizi del XIX secolo da semplice passatempo cominciò a essere considerato “l’espressione dei sentimenti e delle aspirazioni di giustizia di una classe sociale”, come scrisse il letterato e filologo Ettore Li Gotti. Un passaggio importante dettato dal crescente interesse per il popolaresco, quando la partecipazione del pubblico si spingeva fino al coinvolgimento emotivo, fino a lanciare oggetti sul palco contro il pupo “traditore”. Sfumature e leggende che ancora oggi sono parte della storia siciliana e catanese,  e che affascinano grandi e piccini proprio come duecento anni fa.