Coordinamento precari riunione
Evitare i tagli al personale dei ricercatori precari universitari decisi dal Governo. Saranno queste le richieste che i ricercatori precari hanno avanzato in occasione della Commissione d’Ateneo
sul precariato presieduta dal docente Giuseppe Bonomo. Decisioni prese dal Coordinamento dei ricercatori precari etneo nel corso dell’assemblea che si è svolta nella sala del Museo di Zoologia del Dipartimento di Biologia Animale, in via Androne 81.
“L’Ateneo di Catania rientra tra quelli virtuosi, pertanto andrà incontro a tagli minori rispetto a quelli decisi in un primo momento dal Governo – spiega Salvo Garozzo, membro per i ricercatori precari in commissione d’Ateneo -, si parlava di 500 tagli su 1.100 ricercatori precari catanesi, ma adesso questo numero sembra che si sia notevolmente abbassato. In Commissione avanzeremo proposte proprio limitare ulteriormente i tagli, non deve essere solo un lavoro di indirizzo al Consiglio d’Amministrazione d’Ateneo per intenderci”. In Commissione d’Ateneo sul precariato ci sarà, per i ricercatori, anche Arturo Buscarino. Un nome che non piace a buona parte del Coordinamento dei precari che avanzeranno la sostituzione con Chiara Rizzica.
Nel corso dell’assemblea si è discusso anche dell’organizzazione dell’iniziativa “Sos Ricerca a mare” in collaborazione con l’università della Calabria. “Abbiamo avuto un primo incontro con i ricercatori precari della Calabria che hanno proposto un’iniziativa di alto richiamo mediatico: un incontro sul traghetto tra Scilla e Cariddi per richiamare ancora una volta l’attenzione sui tagli ai fondi di ricerca imposti dalla legge 133 – spiega Garozzo -, molto probabilmente questa iniziativa si terrà a fine mese”. Nel corso della riunione si è fatto anche il punto sulla situazione sul questionario di autocensimento e sulle nuove ed eventuali modalità di censimento, ma anche delle relazioni esterne con istituzioni e coordinamenti di precari della ricerca di altri atenei.
La Camera, intanto, nei giorni scorsi, ha approvato in via definitiva il decreto Gelmini sull’università e la ricerca che prevede disposizioni urgenti per il diritto allo studio, valorizzazione del merito e qualità del sistema universitario e della ricerca. Modificato anche il sistema dei concorsi per la carriera universitaria per garantire più trasparenza nelle scelte e ridurre il rischio di nepotismo e favoritismi. Penalizzate le università che destinano oltre il 90% dello stanziamento statale per il personale, in quanto non potranno fare nuove assunzioni, mentre quelle migliori, con qualità della ricerca più alta e un’offerta formativa più efficiente, avranno più fondi.
Alfio Russo