Coordinamento precari protesta su traghetto

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 Coordinamento precari protesta su traghetto

Un’assemblea pubblica dei ricercatori precari delle università e dei centri di ricerca di Sicilia e Calabria sul traghetto Messina – Villa San Giovanni.

Al centro del dibattito la mobilitazione contro le misure su università e ricerca contenute nel decreto-legge 180/2008, il rilancio della centralità dell’università e della ricerca pubbliche, la battaglia per il riconoscimento della condizione di lavoratori della ricerca.

I ricercatori precari non si fermano e risalgono lo stivale – scrivono su una nota -. La volontà di uscire allo scoperto e l’urgenza di poter dire la propria su questioni che non riguardano soltanto i propri destini, ma le sorti dell’Italia tutta negli anni a venire, ha già reso possibile l’organizzazione di tante mobilitazioni locali nei mesi passati. In quest’occasione, invece, le energie sono state fuse ad una scala più ampia e la manifestazione si è colorata dei volti e delle esperienze dei ricercatori precari del sud Italia. Ad accomunarli è la passione per il proprio lavoro – la Ricerca – e l’ansia per il proprio futuro, non diverso da quello del paese tutto. La mannaia che si è abbattuta su Università e Enti di Ricerca non ha fatto desistere i ricercatori precari dall’esprimere con forza il proprio dissenso con questa manifestazione unica. Anzi, ha permesso loro di darsi forza gli uni con gli altri, di tendere le proprie mani vicendevolmente in una stretta che, da una sponda all’altra, rilancia la determinazione ad esprimere il proprio sdegno verso l’inciviltà contenuta in quelle disposizioni finanziarie del governo che, nel prossimo triennio, decreteranno la condanna a morte della ricerca nel nostro paese. Su iniziativa del Coordinamento dei Precari della Ricerca di Catania e dei Precari Invisibili dell’UniCal (Università della Calabria) i ricercatori precari degli atenei di Catania, Catanzaro, Cosenza, Messina e Reggio Calabria si sono riuniti per un’assemblea itinerante che ha fatto la spola tra Messina e Villa S.G., occupando simbolicamente il ponte della nave per alcune ore e distribuendo salvagente e volantini all’equipaggio e ai passeggeri in transito. Il traghetto si è, così, prestato a rappresentare quel passaggio della conoscenza che deve essere sostenuto e promosso nella consapevolezza che sulla ricerca e sull’innovazione si fondano lo sviluppo e la crescita di un paese. Oggi, invece, si naviga a vista tra mille difficoltà e i tagli indiscriminati lasciano intravedere solo dense nubi all’orizzonte. Servirebbero, piuttosto, congrui finanziamenti statali per rafforzare la chiglia di questa nave che è l’università pubblica le cui assi ancora capaci di resistere sono proprio quei ricercatori che giorno per giorno lavorano con passione e senso del dovere negli atenei e negli enti di ricerca di tutta la penisola. Ma la rotta che il governo ha intrapreso sembra diversa e punta dritto allo sfascio della nave. Decisi a non abbandonare la nave, i ricercatori chiedono con forza a questo governo di dimostrare senso di responsabilità, facendo finalmente un passo indietro su quelle misure legislative che affondano la ricerca”.

Durante l’assemblea si è deciso di avviare un progetto di continuità d’azione tra i vari atenei italiani dell’area del Mediterraneo, si è stretto un “patto di mutuo soccorso” che sulla base di alcuni punti cardinali – rifiuto della “politica dei tagli” e difesa dell’università pubblica e dei diritti di tutti i suoi lavoratori – servirà a sostenere reciprocamente le azioni di mobilitazione su un doppio fronte: denuncia dei caratteri e dimensioni del lavoro sommerso nelle università e centri di ricerca e costruzione di consenso intorno alla questione critica dell’università pubblica, di tutti e per tutti. Di questo nuovo progetto comune, rapidamente battezzato Onda Mediterranea, faranno parte anche i collettivi degli studenti di Reggio Calabria e Movimento Studentesco Catania.

Alfio Russo