AREE A RISCHIO, COME RILANCIARE IL TERRITORIO

Data:
6 Giugno 2013

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Cinquantatre business idea, tre aree considerate “ad elevato rischio di crisi ambientale” e oltre duecento studenti: sono le cifre di un nuovo percorso di riqualificazione e valorizzazione del territorio in termini di sviluppo sostenibile. Gela, Milazzo e Priolo  – città la cui vocazione prettamente industriale ha un forte impatto sull’ambiente – sono state oggetto di studio del lavoro svolto dal Gruppo di ricerca “Next Generation Centre” diretto da Elita Schillaci, docente del Corso in “Imprenditorialità, Nuove Imprese, Business Planning” presso il Dipartimento Economia e Impresa dell’Università di Catania. Un progetto che nel corso di un anno ha prodotto un ventaglio tanto ampio quanto efficace di start-up per il recupero e il rilancio dell’economia nelle tre aree di intervento, sul filone della responsabilità sociale. Sostenibilità e fattibilità sono le due parole chiave che fanno da filo conduttore alle start up: dal riciclo e riuso creativo di semplici bancali – progetto vincitore – alla palestra basata su autosufficienza energetica; dalla serra realizzata sui terreni inquinati di Priolo, grazie alla coltivazione idroponica attraverso un substrato fuori suolo, passando per l’utilizzo delle piante che hanno la capacità di assorbire gas tossici, trasformandoli in aria pulita, per la produzione permanente di fragole, grazie a tecniche agricole a minimo impatto ambientale. E ancora, un percorso attrezzato di risalita kitesurf, per lo sviluppo turistico e un agriturismo gelese totalmente ecosostenibile.

Proprio Gela, questa mattina (4 giugno) ha ospitato la presentazione del progetto di ricerca “Start Up e Responsabilità Sociale: Nuovi Modelli di Sviluppo Territoriale Sostenibile”, con la partecipazione di alcuni dei protagonisti della “Business plan Competition” 2013, del team di docenti che ha lavorato al progetto e delle istituzioni locali e regionali, prima fa tutte l’assessore regionale alle Attività produttive Linda Vancheri, che non ha nascosto l’entusiasmo per l’alta qualità delle proposte avanzate dai manager del futuro: «Considero efficace e puntuale il filone del green thinking – ha affermato – mirato a rigenerare l’attività agricola di queste zone e di tutta l’Isola, trovandolo in linea con la nostra strategia di promozione del marchio siciliano a vantaggio dell’imprenditoria nostrana. Allora, perché non fare di più? Perché non creare un filo diretto tra le nuove generazioni e il Dipartimento deputato alle attività produttive, facendo squadra con le Università e i Parchi scientifici? Perché non condividere e fare tesoro del loro potenziale conoscitivo e dell’approccio innovativo e moderno che li caratterizza, per supportare le imprese in difficoltà, proponendo idee buone e fattibili? L’assessorato che guido è pronto ad aprire loro le porte».

 

Tutte “soluzioni” innovative studiate dai gruppi lavoro «nate per valorizzare il territorio – ha commentato la prof.ssa Schillaci – portando così a compimento la mission che si prefigge l’Università, cioè quella di abbinare lo sbocco pratico alla formazione e alla ricerca. Infatti sono tutti progetti fattibili, pensati per essere finanziati e realizzati, frutto di un grande lavoro che ha coinvolto studenti di tutta la Sicilia orientale». Dello stesso avviso anche Marco Romano – presidente Parco scientifico e tecnologico della Sicilia – che ha posto l’accento sulla necessità di creare valore per far evolvere il sistema, facendo in modo che la ricerca si trasformi in fatti e risultati.

Grazie al coordinamento del giornalista del Sole24ore Nino Amadore, nell’ambito del dibattito sono stati tanti gli interventi da parte di docenti dell’Università di Catania (Antonella Agodi, Pierluigi Catalfo, Caterina Cirelli, Paolo Guarnaccia), di imprenditori e delle istituzioni locali, tra queste il procuratore della Repubblica di Gela Lucia Lotti e il sindaco Angelo Fasulo, che hanno sottolineato l’aspetto di rivalutazione e riscatto dell’immagine della città, anche grazie a idee valide come quelle proposte da giovani menti brillanti e preparate, «mettendo da parte i preconcetti per superare la logica distruttiva e del no making power di cui spesso Gela è vittima».

Erano presenti, tra gli altri: Andrea Gumina CEO NEXTTLab e responsabile nazionale ItaliaCamp Relazioni Investitori Istituzionali; Salvatore Scuvera, direttore Formazione DIMARCA Service Gela.

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