Archivio Ateneo è open access
L’Università di Catania ha varcato la frontiera dell’Open Access, una «filosofia» che promuove la massima diffusione e condivisione dell’informazione, incoraggiando scienziati, ricercatori e studiosi a diffondere i propri lavori di ricerca, rendendoli liberamente accessibili in rete.
Tale strumento garantisce in questo modo la difesa della libertà e la gratuità dell’accesso alla ricerca e alla conoscenza finanziati con fondi pubblici.
Gli organi di governo dell’Ateneo catanese hanno approvato nei giorni scorsi il progetto, proposto dal Centro Biblioteche e Documentazione e dall’Area della Didattica, relativo alla realizzazione di un archivio istituzionale di Ateneo in Open Access. Concretamente, tale iniziativa, nella sua fase pilota, prevede l’adeguamento del regolamento per i corsi di dottorato di ricerca, finalizzato all’inserimento delle tesi di dottorato all’interno di tale archivio, a partire dal XXVI ciclo. Soluzioni transitorie saranno, inoltre, garantite per i cicli di dottorato già avviati dal XXII al XXV.
Le tesi di dottorato – che attualmente hanno poca visibilità – saranno così pubblicamente accessibili, assumendo così lo status di prodotti di ricerca a tutti gli effetti, come previsto dalle recenti raccomandazioni della Commissione europea: il deposito in un archivio aperto, ne aumenterebbe sensibilmente l’impatto, a vantaggio sia del dottore di ricerca sia dell’istituzione.
Alla base di questa innovazione adottata dall’amministrazione dell’Università etnea, c’è la constazione che «la comunità accademica internazionale si trova oggi a dover fronteggiare modelli economici editoriali sempre più onerosi. La presenza di nuovi flussi comunicativi cui Internet e le nuove tecnologie hanno dato voce, impone l’analisi delle possibili soluzioni alternative di cui l’Open Access è espressione».
I riferimenti di questo progetto sono forniti – a livello nazionale – da alcuni documenti della Commissione biblioteche della Conferenza dei rettori (Crui), la quale ha sottolineato che «gli archivi istituzionali sono uno strumento concreto a disposizione della comunità scientifica, un’infrastruttura informativa e comunicativa che raccoglie in un unico luogo tutta la produzione scientifica di un ateneo, alla quale viene conferita autorevolezza, assicurandone nel contempo la persistenza in rete e la conservazione a lungo termine».
Gli archivi istituzionali possono, pertanto, essere considerati degli indicatori tangibili della qualità di una istituzione accademica, la sua estensione naturale in quanto volani della ricerca primaria – potenzialmente la componente più importante nell’evoluzione dei nuovi modelli di comunicazione scientifica».
Principi che l’Università di Catania aveva già fatto propri già nel 2005, sottoscrivendo la «Dichiarazione di Messina», nella quale la Crui dichiarava ufficialmente il proprio impegno a favore di una letteratura scientifica «libera e aperta», avviando una politica improntata, progettualmente e sperimentalmente, sull’Open Access Publication che ha avuto un’importante conferma istituzionale con l’approvazione del progetto «Archivio Istituzionale di Ateneo in Open Access», che fa tesoro delle esperienze già realizzate in altri importanti atenei italiani e stranieri, tutelando i diritti di proprietà intellettuale.
Per il presidente del Cbd, prof. Roberto Tufano, e il delegato del rettore alla Didattica, prof. Giuseppe Cozzo, «questo progetto darà un impulso al cambiamento organizzativo e culturale, oltre a un indicatore tangibile di qualità per l’Università di Catania, creando uno spazio aperto nell’ambito del quale potranno trovare collocazione tutte le pubblicazioni scientifiche prodotte dalla comunità universitaria catanese».
«In tempi brevi – assicurano il dirigente dell’Area della Didattica, dott. Giuseppe Caruso, e il direttore del Cbd, dott. Enrico Commis – saranno realizzati gli adempimenti amministrativi necessari e sarà messo a punto un sistema informativo a supporto della realizzazione dell’Archivio Istituzionale di Ateneo in Open Access».
Alfio Russo