Appuntamento con il Balletto
Grande protagonista della danza del XX secolo, coreografo di rilevanza ormai storica, Maurice Béjart è stato occhio critico di un secolo, il Novecento,
letto e interpretato alla luce di una cultura vastissima, di riferimenti abbaglianti, dell’inesausta attenzione volta ad indagare una società stratificata, multiculturale, in perenne mutamento. A lui è stato dedicato l’“Appuntamento con il balletto”, organizzato, in una sala Museion come sempre gremita da un pubblico curioso ed attento, grazie alle sinergie tra il gruppo di Catania dell’AEDE (Associazione Europea degli Insegnanti) e l’ERSU (Ente Regionale per lo Studio Universitario), istituzioni rappresentate dai rispettivi dirigenti, Lina Calì Rizzo e Nunzio Rapisarda. Ad illustrare la parabola umana e creativa dell’artista marsigliese è stato Giuseppe Montemagno, storico della musica e musicologo, che si è soffermato su alcuni aspetti salienti delle creazioni béjartiane. La carriera del grande coreografo rappresenta, infatti, il punto di ritorno di una feconda circolazione di artisti e di idee, sviluppatasi tra la Francia e la Russia tra Otto e Novecento: allievo di Serge Lifar, da questi eredita la grande lezione di Marius Petipa, il più grande innovatore della danza ottocentesca, autore dei tre grandi balletti posti in musica da Ciajkovskij. Fortemente ancorato a questa tradizione, che è insieme russa e francese, Béjart è tuttavia acuto osservatore della contemporaneità. Per questo manifesta un marcato interesse per la musica concreta di Pierre Schaeffer e Pierre Henry, quindi per le avanguardie musicali francesi del secondo Dopoguerra, in balletti in cui una scrittura tersa, epurata, palpitante, accumula, sovrappone, evoca esperienze personali, citazioni, miti, fantasmi, sogni colti dalla storia della cultura Europea degli ultimi due secoli. Frammenti di alcune coreografie béjartiane – tratte da l’“Uccello di fuoco”, “Lo schiaccianoci”, “Ne me quitte pas” ed il celeberrimo “Boléro” – hanno arricchito la presentazione multimediale con cui sono state evocate le tappe fondamentali di un itinerario condotto sempre in stretta collaborazione con alcune compagini – il Ballet du XXe siècle, quindi il Béjart Ballet Lausanne, ora ospite del Teatro Massimo Bellini di Catania – ed alcuni ballerini – da Jorge Donn a Gil Roman, da Maguy Marin a Nacho Duato, da Elisabeth Ros ad Anna Teresa de Keersmaeker – che con lui e grazie a lui hanno scritto pagine significative della storia della danza del Novecento.