Appello Ricercatori e Studenti
Hanno rivolto l’ennesimo appello al rettore, al Senato accademico e ai Consigli di facoltà dell’Università di Catania.
Hanno ribadito anche di essere pronti a continuare la mobilitazione con nuove e più incisive forme di protesta. Gli studenti e i ricercatori precari in un documento ufficiale hanno detto di nuovo “no ai tagli pari a 8 miliardi di euro a scuola e università previsti dalla legge 133, ai corsi di laurea a numero chiuso, alle fondazioni di diritto privato, all’innalzamento delle tasse e all’ulteriore peggioramento della situazione”. E aggiungono i responsabili del Movimento studentesco catanese e del Coordinamento dei precari della ricerca: “Siamo pronti a discutere sulla base dei documenti da noi prodotti e da quelli che ci verranno forniti dalle istituzioni d’Ateneo per un cambiamento reale dello stato esistente delle cose all’interno dell’università, che non si traduca in una semplice contrattazione di tagli di fondi, studenti e personali. Siamo per il miglioramento di questo mondo e non per la sua conservazione, ma respingiamo fermamente imposizioni legislative dall’alto che non hanno previsto alcuna forma di confronto seria e costruttiva con le controparti maggiormente colpite e cioè gli studenti e i ricercatori precari ovvero chi dentro le università ci studia e chi concorre al suo funzionamento senza diritti e nella confusione delle regole”.
Al. Ru.