Eco-Marathon 2010
Il team dell’Università di Catania potrebbe essere la new entry alla prossima edizione della Shell Eco-marathon Europe nel 2010.
Sono infatti 11 i team italiani che hanno partecipato alla 25° edizione che si è svolta il mese scorso nel circuito tedesco “Europeedway” di Lausitz (Berlino), e l’anno prossimo il circuito potrebbe vedere in pista anche una squadra composta da studenti etnei. Con questo auspicio Shell Italia questa mattina ha presentato ai numerosissimi studenti della facoltà di Ingegneria di Catania l’iniziativa “in pista per la mobilità sostenibile”.
«Siete molto fortunati – hanno esordito con un pizzico di invidia Valerio Conti e Chiara Caravà, studenti di università romane e rappresentanti del Diamond Style Team che dal 2007 partecipa all’Eco Marathon, rivolgendosi proprio al giovanissimo pubblico presente -. Per partecipare noi abbiamo dovuto chiedere ospitalità nel garage della nonna, perché i nostri atenei non ci hanno mai supportato». I due giovani, ingegnere lui, matematico lei, hanno raccontato la loro storia di successo agli universitari presenti, una storia di entusiasmo e di impegno che continua a guidarli nel progetto con il quale sono riusciti a mettere in pista la SuperLeggera con cui il Diamond Style Team ha partecipato all’edizione 2009, che questa mattina era esposta nell’atrio antistante l’aula magna insieme con una Ferrari F 2009.
Il principio della Shell Eco Marathon, che esiste dal 1985, è semplice: progettare e costruire un veicolo che utilizzi la minor quantità di carburante per percorrere la maggiore distanza possibile, producendo il minor tasso di emissioni. L’obiettivo del progetto non è quindi battere i record di velocità o essere i primi a tagliare il traguardo, ma consumare la minore quantità di carburante possibile in una distanza prestabilita. «Il record raggiunto quest’anno dai team che hanno vinto – ha spiegato Simona D’Altorio, responsabile del progetto Shell Ecomarathon – è davvero sbalorditivo: 3.771 i chilometri percorsi con un litro di carburante, per la categoria di “prototipi” a combustione interna, e 3.549 per quelli a cella combustibile. Altrettanto sorprendente è stato anche il risultato dei veicoli “Urban Concept”: 1.246 i chilometri percorsi dal veicolo alimentato a cella combustibile che ha vinto, e 804 per il veicolo a combustione interna». I team possono partecipare infatti in due principali categorie: prototipi futuristici, veicoli aerodinamici a tre o quattro ruote, dove il principale interesse di progettazione è ridurre la resistenza e massimizzare l’efficienza e veicoli “UrbanConcept”, creati secondo i criteri più convenzionali delle quattro ruote, che li rendono idonei alla circolazione su strada, e progettati per soddisfare le necessità degli automobilisti di oggi. I veicoli possono essere alimentati con carburanti convenzionali (diesel, benzina e GPL), oppure con fonti d’energia alternative (idrogeno, biocarburanti, GTL, Gas-to-liquid, energia solare o etanolo). «Purché rispettino le norme di sicurezza – ha aggiunto -, l’unico limite alla progettazione dei veicoli è l’immaginazione dei team».
Una convinta adesione a questa sfida giunge proprio dalla facoltà etnea di Ingegneria, grazie alla lungimiranza del prof. Rosario Lanzafame, ordinario di Macchine e Sistemi energetici, e alla pronta risposta del preside della Facoltà Luigi Fortuna e dei direttori dei dipartimenti coinvolti: Francesco Patania (Ingegneria industriale e meccanica, Diim), e Giuseppe Di Cataldo (Ingegneria elettrica, elettronica e dei sistemi, Diees). «L’Eco Marathon – ha spiegato Lanzafame – è una piattaforma educativa di rilievo, un’iniziativa che stimola i giovani progettisti e ingegneri di tutto il mondo, a sviluppare nuovi approcci per una mobilità sostenibile, sfidandoli a costruire e testare veicoli che percorrano molta strada utilizzando la minor energia. Questo impegno vuole essere anche il nostro». «La Shell Eco Marathon – ha aggiunto Marco Brun, consigliere delegato di Shell Italia – è anche una chiara dimostrazione del profondo impegno di Shell ad essere in prima linea per affrontare responsabilmente la crescente domanda mondiale di energia e ad invitare gli altri a fare lo stesso».
Nel suo duplice ruolo di progetto ambientale ed educativo, questo evento è un vero trampolino per i partecipanti che sperano di eccellere nell’ingegneria, nelle scienze o nella ricerca. Inoltre, la ricerca di partner tecnici e finanziari per sostenere la progettazione dei veicoli degli studenti rappresenta una grande opportunità per i giovani partecipanti, che potranno così avere un vero assaggio del mondo del lavoro e stabilire contatti con l’industria. Ed è proprio con questo auspicio che il preside Fortuna si è rivolto ai suoi studenti, oltre che ai rappresentanti del mondo dell’industria presenti questa mattina, tra cui Confindustria, Apindustrie, Erg e inoltre la scuderia Targa Florio e il Consorzio Catania Ricerche: «Noi formiamo ingegneri e ci auspichiamo di trasmettere loro preparazione, interesse, passione, una formazione di qualità nonostante i tagli che l’Università italiana sta subendo; le aziende possono offrire loro opportunità di lavoro. Il dialogo tra il mondo accademico e quello industriale fa sì che tali opportunità diventino concrete». «Le industrie non comprano lauree – gli ha fatto eco Patania – comprano know how. E noi possiamo fornire la ricerca di base necessaria alle aziende per fare innovazione e sviluppo». «Stare insieme ci fa vincere», ha detto Di Cataldo, riferendosi alla sinergia attivata tra i due dipartimenti Diees e Diim per incoraggiare gli universitari catanesi ad aderire alla maratona Shell dell’anno prossimo.
Uno dei temi portanti della manifestazione dunque è la sfida lanciata agli studenti, a chiarire l’impegno di Shell per la ricerca sulla mobilità sostenibile è stata Patrizia Sferrazza, direttore Relazioni esterne e comunicazione di Shell Italia. «Per percorrere la via della mobilità sostenibile sono necessarie disponibilità di energie alternative, miglioramento dell’efficienza energetica e la riduzione di Co2, di pari passo con costi accessibili e facilità di fruizione del rifornimento». È così che l’Eco Marathon stimola gli studenti di oggi a essere i progettisti “ecologici” di domani.
Alfio Russo