INCONTRI MUSICALI AL MUSEION
Lo spettacolo “Dall’Opera al Musical : Due secoli di teatro per musica”, organizzato dall’Ersu e dalla Società Dante Alighieri,
sotto la direzione artistica della Prof.ssa Annalisa Caruso, non ha tradito le aspettative. La serata è risultata piacevolissima e coinvolgente e la scelta del repertorio si è rivelata vincente, varia e coerente in gusto e vitalità.
Abbiamo assistito ad una performance di livello non solo sul piano musicale ma anche dell’interpretazine drammatica, se le due cose possono essere considerate due parametri distinti parlando di teatro musicale. Luca Bruno e Francesca Placanica sono due solisti di eccezione in grado di fondere i loro talenti in un concerto unico di intenti per regalare un caleidoscopio di emozioni trascinante ed immaginifico. Anche un frequentatore non abituale delle sale da concerto avrebbe potuto entrare nella Sala Musejon ieri sera e trovare materiale per un brivido ed un sorriso da portare con sé. Lo spettacolo è stato sì un concerto “classico” nella forma, ma traboccante per la vitalità e l’ingegno dei due solisti. Ironia, autoironia, commozione e dissacrazione, e tanta voglia di intrattenere e rapire il pubbico hanno permeato interpretazioni avvincenti di arie note e meno note come “Oh! quante volte, oh! quante” di Bellini, ma anche “Caro Nome” di Verdi, “Ah donate il caro sposo” di Rossini, “Comme autrefois” di Bizet e “Je veux vivre” di Gounod.
La voce flessibile e non convezionale del giovane soprano Francesca Placanica ha saputo cogliere e vivificare le eroine create dai compositori italiani e francesi, con una sensibilità moderna, ma appassionata e senza difese. Straordinaria poi la facilità con cui la sua voce estesissima ed elastica è passata ad interpretare con un piglio completamente diverso e senza sbavature i giochi di parole, le ironie e l’atmosfera ora ludica ora romantica di Gershwin e Porter, di cui “The Man I Love” e “So in Love” sono state forse le pagine rispettivamente più gradite dal pubblico. In tutto questo il pianoforte del M° Luca Bruno ha amplificato, sostenuto, accompagnato, assecondato e restituito le emozioni veicolate dalla voce, con una sapienza ed una sensibilità rarissima nei pianisti “allevati” come solisti. Eppure, nonostante il suo talento, non si può certo parlare di lui solo come un semplice “accompagnatore.” Il M° Bruno ha dimostrato la sua stoffa di virtuoso nella drammatica parafrasi dal “Miserere dal Trovatore di Verdi” di Liszt e nel Prelude no. 1 di George Gershwin, con cui ha aperto il capitolo sul compositore.
Abbiamo assistito ad un bell’esempio di cultura “sostenibile”, di intrattenimento portato da due giovanissimi talenti nostrani, calabresi per l’esattezza, ampiamente apprezzati e rinomati anche all’estero, ma forse per questo attaccati ancora di più alla loro terra e al loro meridione.