Radio “mon amour“
La radio continua a ricoprire un posto di grande rilievo tra le preferenze di tutti i giovani e non, che si identificano nei suoi programmi, nelle sue voci e nella musica che scandisce il battito del tempo che stiamo vivendo.
Certo, le mode e le tendenze l’hanno rivoluzionata, questo è vero, ma senza ombra di dubbio, la radio regge ancora bene il confronto con gli altri media, anzi, è uno dei pochi mezzi di comunicazione del quale si può usufruire svolgendo varie attività contemporaneamente.
La radio, infatti, ha la peculiarità di arrivare proprio dove gli altri media non arrivano, conquistando la sfera privata di molti utenti che l’ascoltano a casa o in auto.
Dati Audiradio, infatti, confermano che nelle prime ore del mattino tutta la classe dirigente, mentre si reca sul proprio posto di lavoro, ascolta la radio.
Certo, in Sicilia, come in altre parti d’Italia, sono trascorsi molti anni dai tempi delle radio private, tempi in cui in quei luoghi pensieri, idee e musica viaggiavano a ritmo incalzante, senza filtri di nessun tipo o stili artistici ben precisi; eppure il tempo non le ha cancellate dai ricordi, facendole rivivere, grazie ad iniziative promosse dagli addetti del settore come FM80 ( dei ritrovi periodici delle voci storiche che hanno segnato la scena radiofonica catanese ).
Ma se è vero che il passato dell’emittenza radiofonica è affascinante, è vero pure che il presente della radiofonia siciliana è ancor più interessante e in subbuglio, grazie a realtà come Radio Zammù: la radio dell’Università di Catania, il primo esperimento radiofonico che ha fatto transitare dal web all’etere una radio universitaria, diventando un’ emittente a tutti gli effetti, con una vera frequenza e programmi in diretta, con notizie e rubriche.
Naturalmente la radiofonia siciliana non si esaurisce tutta qui, ci sono radio storiche e recenti che non si sono mai fermate e continuano a “ fare il loro dovere “ con il meglio degli speakers e della musica in circolazione.
Potrei stare ore ad elencarle tutte ma non finirei, perché sono davvero tante, ed è grazie alla loro professionalità e ai loro sacrifici che la scena radiofonica catanese è attiva, ora più che mai.
di Gianpaolo Salmeri