Il numero chiuso avrà conseguenze gravi

rappazzo

Il numero chiuso avrà conseguenze gravi

 

Riprendiamo il nostro sondaggio sulla prospettiva del numero chiuso all’Università di Catania.

Stavolta abbiamo ascoltato il parere del professore Felice Rappazzo, che insegna Letteratura Italiana presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Catania.

Sono contrario al numero chiuso – afferma subito il prof. Rappazzo-, per ragioni politiche e costituzionali. Politiche: perché, piaccia o no, il numero chiuso è una selezione che va in danno non tanto degli svogliati quanto dei meno abbienti; non mancheranno eccezioni, ma di solito e così. Costituzionali: perché il patto sociale sancito dalla Costituzione tende ad assicurare ai capaci e meritevoli il corso degli studi. E capaci e meritevoli non vuol dire necessariamente geni ma, semplicemente, capaci e meritevoli. Altra cosa sarebbe una seria politica di inserimento, di orientamento, perfino di dissuasione; questa dovrebbe essere, però, compensata da accessi a professioni, mestieri, lavori e intraprese varie cui la politica, e le istituzioni più svariate, dovrebbero dedicarsi. Pure fantasie, ai nostri giorni”.

Il numero chiuso, servirà per risolvere il problema del sovraffollamento di certi corsi di Laurea?

Osservo che le norme che oggi sono in vigore, e in corso di applicazione, nelle quali una legge del precedente centrodestra riceve attuazione dal seguente centrosinistra, conducono di fatto al numero
chiuso. Poiché il diavolo si annida nei particolari, dirò che un principio giusto (le Facoltà debbono attuare ciò che è in loro potere attuare, in base alle risorse che hanno) diventa devastante nelle applicazioni: basta chiudere i rubinetti delle risorse, ed è cosa fatta. Il tutto, naturalmente, senza alcuna seria programmazione. Il famigerato e mai abbastanza criticato sistema del 3+2, raddoppiando i corsi, fa il resto”.

Come è la situazione nella sua Facoltà?

Nella mia Facoltà, quella di Lingue e letterature straniere, che è la più giovane dell’Ateneo, e dunque fra le meno fornite di organico in relazione all’altissimo numero di studenti, le conseguenze saranno sicuramente gravi. Speriamo solo che esse non diventino gravissime, ma le prime valutazioni sul rapporto numerico docenti/studenti lasciano vedere nubi nerissime sull’orizzonte”.

 

di Umberto Pioletti