Chopin AEDE-ERSU
Nel segno e nel sogno di Chopin: così il gruppo di Catania dell’AEDE (Association Européenne des Enseignants) e l’ERSU (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) etneo hanno siglato le attività musicali dell’anno.
In occasione del bicentenario della nascita del musicista polacco, infatti, hanno organizzato “Tutti i colori di Chopin”, una conferenza-concerto che ha riportato la musica, dopo un silenzio ormai pluriennale, nella cappella del Liceo Artistico Statale “M.M. Lazzaro”, magnificamente decorata con alcuni lavori realizzati dagli studenti dell’istituto.
I saluti introduttivi della presidente dell’AEDE, Lina Calì Rizzo, anche a nome del direttore dell’ERSU, Nunzio Rapisarda, oltre a quelli della dirigente scolastica Bianca Maria Boemi, hanno avviato un composito pomeriggio musicale, ideato per illustrare l’ampiezza della paletta espressiva che connota il repertorio di Chopin. Anche con l’ausilio di alcune letture, tratte da George Sand ed Alberto Savinio, al musicologo Giuseppe Montemagno è spettato il compito di descrivere la civiltà pianistica del Romanticismo primottocentesco, con particolare riferimento alle novità della scrittura chopiniana: quella «lingua dell’infinito» che sembra voler prescindere da costrittivi schemi formali e che invece formalizza nuovi generi musicali, spesso elaborati a maggior gloria della Polonia, da sempre nel cuore del musicista.
Ma è stato poi lo slancio appassionato, eppur minutamente calibrato, della pianista Francesca Gravagno a dar vita e voce ad una vasta antologia chopiniana, che comprendeva preludi e studi, mazurke e polacche, notturni e valzer, sino a quell’autentico monumento che è la “Prima Ballata” in sol minore, op. 23. La preziosa, applauditissima esecuzione di musiche chopiniane è stata arricchita da due pagine, inserite nel programma come un effetto d’eco: da una parte il ritratto del musicista polacco che Schumann inserisce tra quelli del suo “Carnaval”, op. 9; e dall’altra il tema e l’ultima variazione dell’“Hexameron”, il grande ciclo di variazioni di bravura scritto su commissione della principessa di Belgiojoso a partire dalla stretta del duetto “Suoni la tromba, e intrepido”, con cui si conclude il secondo atto dei “Puritani” di Bellini: suggello ideale per la storia di un’amicizia, quella con l’autore di “Norma”, che unisce due carriere così diverse, eppur intimamente unite dall’adesione alla temperie espressiva romantica.