Incontriamo le matricole

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Incontriamo le matricole
Dopo un’estate passata tra i libri  per prepararsi ai test di ammissione alle facoltà a numero chiuso, che da quest’anno riguardano quasi tutte le facoltà o a consultare il web, in cui la generazione di  facebook  è riuscita prepararsi  da casa, sta per iniziare il nuovo anno accademico.

 Se l’anno appena trascorso non era stato facile, quello nuovo non promette nessun cambiamento di rotta,anzi sembra proprio che maggiori saranno le difficoltà  che i nostri studenti  dovranno affrontare.
Da alcune interviste a future matricole si sono  riscontrate difficoltà nell’accedere al piano di studio prescelto. Oggi assistiamo ad un numero della domanda sproporzionato rispetto all’offerta. A livello nazionale 90.000 aspiranti alle Facoltà di Medicina per 8.000 posti disponibili Se l’Università deve garantire col test di accesso trasparenza e obiettività, con queste prove non selezionerà di certo i migliori .I test  assomigliano ad un terno all’otto dove è spesso la sorte a determinare i vinti ed i vincitori e così migliaia di studenti, oltre allo studio e ad un nutrito portafoglio,  dovranno fare i conti con la sfortuna e rinunciare al sogno  che hanno  cullato, sin  da bambini, rimodulando la scelta dell’ indirizzo e posticipando l’inizio della carriera universitaria. In lacrime mi ha confessato la neo studentessa Martina: dopo avere avuto conferma di non aver superato il test in medicina, che a costo di grandi sacrifici  dei suoi genitori per la nuova e costosa preparazione, ci ritenterà, anche se è convinta  di sciupare un anno importante della sua vita. Le reazioni dei ragazzi dietro ai risultati on line dell’università sono state le più disparate; alcuni arrabbiati non intraprenderanno la carriera universitaria, altri più rassegnati si accontenteranno, altri continueranno a lottare per quel posto. Da qui riflettiamo come   sia possibile testare un ragazzo solo sulla base di test di cultura generale e ragionamento logico, senza tenere conto delle aspirazioni personali, della “ vocazione” ad un determinato mestiere. Gli studenti chiedono all’ERSU o all’ università di Catania l’organizzazione  di corsi pubblici, in modo tale da avere una preparazione adeguata senza un esborso economico, davvero probante per le famiglie. Queste iniziative sono solo l’inizio, bisognerebbe modificare la didattiche nelle scuole e proporre dei corsi, a partire dalle scuole superiori.
 
Gianluca Esposito