Il numero chiuso è una via imposta di fatto

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 “Il numero chiuso è una via imposta di fatto”  

Continuiamo a raccogliere pareri ed opinioni sulla “questione” numero chiuso all’Università di Catania.

Docenti, professori e studenti si interrogano sulla vicenda. Tra tagli economici e la prospettiva del numero chiuso, in molti vedono un futuro incerto, avvolto nel grigiore assoluto.

Abbiamo intervistato, per il nostro sito, la professoressa di “Letteratura greca medievale e Agiografia bizantina” della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Catania, Francesca Rizzo Nervo. “Oggi, in virtù del disinvestimento progressivo che le classi dirigenti, il governo, hanno operato e operano nei confronti della formazione e della ricerca- afferma la professoressa Rizzo Nervo -, quella del numero chiuso è una via obbligata, e imposta di fatto. Il numero chiuso, al quale io sono contraria, ci è imposto nel momento in cui un corso di laurea per essere riconosciuto dal Ministero deve rispondere a precisi requisiti necessari: numero docenti, aule, copertura dei settori scientifico disciplinari”.

Requisiti che, quando mancano – continua ancora Francesca Rizzo Nervo -, è perché i finanziamenti sono davvero insufficienti. Ciò non autorizza, comunque, ciascun ateneo ad accettare passivamente questa imposizione di fatto”.

Il futuro dell’Università è incerto ed, ahimé, non si intravedono altre possibilità. “No, non si vedono al momento soluzioni alternative – conclude la professoressa Rizzo Nervo -, il che è molto grave. Se, e dal mio punto di vista dovrebbe essere così, si è costretti per forza al numero chiuso, bisognerebbe quanto meno contrastare con decisione il taglio ai finanziamenti, cosa che di fatto è stata portata avanti soltanto dagli studenti e dai precari, a fronte di una risposta debole e rassegnata della Crui”.

 

di Umberto Pioletti