Messaggio augurale del Rettore Antonino Recca alla Comunità universitaria catanese

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Messaggio augurale del Rettore Antonino Recca alla Comunità universitaria catanese
Prioritariamente gli auguri di un sereno Natale che con sincero affetto rivolgo a quanti fanno parte della nostra comunità universitaria, una grande famiglia nella quale ciascuno, con pari dignità, pur nella differenza dei compiti e delle funzioni esercitate,

è generosamente impegnato in una preziosa collaborazione fra le tre componenti dell’unica Comunità accademica (studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo), tutte assolutamente indispensabili perché il nostro Ateneo possa continuare a garantire una gestione virtuosa delle risorse disponibili e con essa l’obiettivo dell’eccellenza dei laureati.

Nel messaggio di auguri dell’anno scorso, dicevo di essere certo della collaborazione di ciascuno degli appartenenti alla nostra comunità universitaria nella gestione condivisa dell’Ateneo, e che anzi sarebbe stata più puntuale ed intensa. La collaborazione di tutti Voi c’è stata, puntuale ed intensa, ed è stata positivamente determinante – anche affrontando sacrifici personali – per far sì che attraverso l’attuata gestione virtuosa delle risorse il nostro Ateneo risultasse inserito tra le università che rientrano nei parametri di spesa definiti. Riconoscimento, questo, che è servito ad ottenere risorse aggiuntive, destinate soprattutto al bando 2009 per l’assunzione di 40 giovani ricercatori, mentre il finanziamento pubblico annuale – di qui anche la riduzione di risorse da destinare alla ricerca scientifica, e non soltanto ad essa – viene a risultare ormai in gran parte utilizzato per sostenere le spese stipendiali, compresi gli aumenti annuali caricati sul bilancio dell’Ateneo, e non compensati da risorse aggiuntive. Durante gli incontri che si sono svolti nei giorni scorsi, ho avuto modo di rassegnare alla conoscenza di tutti, in termini assolutamente espliciti, le difficoltà alle quali andiamo incontro di fronte alla progressiva riduzione del fondo di finanziamento ordinario, che, pur trovandoci allo stato attuale avvantaggiati rispetto agli atenei che hanno sforato i parametri di spesa, viene a colpire anche il nostro Ateneo.

Ed ho detto chiaramente che delle risorse comunque assegnate e disponibili bisogna farne un uso ancora più virtuoso, eliminando ogni spesa superflua ed attenendosi all’essenziale.  Per il raggiungimento di tali obiettivi è necessario essere pienamente consapevoli di dover procedere uniti, perché un ateneo è sano se c’è l’impegno di tutti. In particolare, confido nella quotidiana azione che sarà svolta dalla direzione amministrativa, insieme alla dirigenza tutta, cui gli Organi di governo dell’Ateneo affidano il gravoso compito di assicurare un’efficiente organizzazione delle attività e dei servizi, pur di fronte alle significative riduzioni di budget derivanti dalle scelte governative nazionali. Di qui, il sacrificio richiesto a tutti coloro che operano all’interno del nostro Ateneo, che il management saprà rendere meno gravoso e comunque distribuito con equità e misura tra le varie componenti universitarie. Una linea di condotta, pertanto, che sappia coniugare ancora meglio la sobrietà nella spesa con la massima efficienza dell’azione istituzionale, anche al fine di guadagnare la piena fiducia di quella parte dell’opinione pubblica e di certi mass media, che manifestano ancora qualche diffidenza nei confronti di un’Università che sa e che vuole essere virtuosa, diffidenza che si traduce in espressioni critiche non sempre fondate e costruttive; si pensi, ad esempio, a chi continua a favoleggiare di contratti di consulenza a cifre faraoniche, che sono del tutto del tutto sconosciuti nell’ateneo catanese, come può facilmente evincersi dai dati pubblicati on-line attraverso il portale di Ateneo, nel pieno rispetto della rigorosa trasparenza indicata dal legislatore. Piuttosto, chi consulta il nostro sito pubblico avrà pieno modo di rendersi conto che i contratti stipulati dall’Ateneo hanno riguardato soltanto figure di collaboratori (per la ricerca, per la didattica, in particolare per le esigenze di docenza a contratto, per le attività dell’amministrazione), i cosiddetti “precari” in sostanza, che in cambio di un modesto emolumento hanno dato negli anni un contributo importante all’azione quotidiana del nostro Ateneo. Un contributo al quale, oggi, di fronte ad una congiuntura economica tutt’altro che favorevole, saremo – in parte – costretti a rinunciare, con un sacrificio che risulta ancora più grande se si tiene conto del fatto che nel nostro Ateneo, ferma restando l’esigenza di razionalizzazione dell’allocazione del personale, il rapporto fra i docenti ed i tecnici­amministrativi di ruolo è fra i più bassi d’Italia, con una spesa totale per le risorse tecnico­amministrative che si approssima a quella nazionale soltanto se alla spesa per il personale di ruolo si aggiunge quella destinata alle collaborazioni esterne. L’anticipazione di alcuni mesi dell’elezione del rettore per il quadriennio 2009-2013 aveva soprattutto la finalità di potere affrontare pienamente ed in tempo utile problematiche di particolare importanza e di interesse generale e diffuso, proprio in un momento in cui venivano annunciati i tagli alle risorse degli anni successivi e ci si trovava assai prossimi a indifferibili scadenze.

Tra le quali, soprattutto, nell’ottica di dover concretizzare un programma di contenimento delle spese e di oculata destinazione dei finanziamenti disponibili, la riorganizzazione virtuosa dei corsi di studio (nel rispetto dei più stringenti requisiti indicati dal Ministero con la nota 160 del settembre 2009) e la complessa questione del decentramento a Siracusa e a Ragusa, puntando su pochi corsi eccellenti e sulla certezza della corresponsione di quanto dovuto all’Ateneo e del puntuale rispetto degli impegni finanziari per convenzione assunti da parte dei Consorzi. Fermo restando che abbiamo sostenuto l’orientamento delle sedi di Siracusa e di Ragusa di costituirsi insieme e con altre realtà della Sicilia in un quarto polo universitario statale. Riorganizzazione virtuosa dei corsi di studio, anche su scala regionale, che su forte impulso dell’Università degli studi di Catania è stata collocata al primo posto delle iniziative da intraprendere dal nuovo presidente del Comitato regionale di coordinamento delle università siciliane (Crus), il rettore dell’Università degli studi di Palermo, prof. Roberto Lagalla – al quale, oltre a quelli di un felice Natale e di un 2010 migliore dell’anno che viene a concludersi, formulo sinceri auguri di buon lavoro –, mentre a me è stato affidato il ruolo di coordinatore per la didattica al fine di verificare la compatibilità fra le risorse finanziarie pubbliche agli atenei statali e quelle agli atenei non statali alla luce dei requisiti, anche se meno stringenti per questi ultimi, previsti dalla normativa vigente. Il 2010 sarà un anno duro. Tuttavia, se arriveranno quei finanziamenti aggiuntivi nei quali si ha motivo di sperare, si farà di tutto per migliorare, per superare almeno una parte delle attuali difficoltà e preoccupazioni, e per realizzare un futuro che sia migliore del presente. Tenendo sempre a mente che l’impegno dei docenti nella ricerca scientifica e nella didattica, insieme con la loro piena disponibilità nei confronti degli studenti (il cui diritto allo studio va tutelato soprattutto nell’attuale momento di difficoltà economica per moltissime famiglie), è di primaria importanza per garantire ed assicurare ai giovani quella formazione culturale e professionale che è requisito fondamentale nella società della conoscenza per raggiungere il personale successo e per contribuire alla crescita sociale ed economica del nostro Paese. Da parte dei docenti, si rendono necessari maggiori impegni ed attenzioni nell’assolvere i compiti istituzionali e didattici di quella che a ragione viene ad essere una missione, nella piena consapevolezza che molto c’è da lavorare per recuperare entusiasmo e per mettere gli studenti assolutamente al centro dell’attenzione in ordine ai molteplici aspetti che caratterizzano il percorso universitario. Ciò, anche per ridurre la dispersione universitaria e i tempi, che attualmente esorbitano alquanto rispetto agli anni ufficiali dei corsi di studio, per conseguire il diploma di laurea. Andrà fatto ogni sforzo per assicurare all’Ateneo risorse aggiuntive derivanti da finanziamenti straordinari per la ricerca, che costituiscono, soprattutto nell’attuale momento di difficoltà economica generale, un’importante occasione di potenziamento dell’Ateneo e vanno impiegate per il miglioramento della performance complessiva. Si punta molto sui finanziamenti provenienti dai programmi operativi nazionale e regionale (Pon e Por), nonché sulla capacità di attrarre maggiori risorse di derivazione comunitaria; ciò, anche in virtù di un’azione sempre più fattiva della nuova Commissione per la ricerca scientifica di Ateneo, a cui prendono parte ricercatori particolarmente “operativi”, come risulta dal catalogo di Ateneo. Intanto, ho il piacere di informarvi che ci è stata ufficialmente comunicata dal Ministero, per essere il nostro Ateneo incluso tra gli atenei che non hanno superato il 90% del rapporto AF/FFO, l’assegnazione di euro 1.034.028 per l’assunzione di 18 ricercatori.  Per quanto concerne la medicina universitaria, la cui attività assistenziale costituisce un fondamentale fattore di visibilità dell’Università nei suoi rapporti con l’ambiente esterno, è stato espresso un secco no a qualsiasi forma di ingerenza da parte dei politici e dei partiti, ed è stata rivendicata a chiare lettere e con ferma determinazione l’autonomia dell’Ateneo.

Nell’assoluto rispetto di questa autonomia, si è proceduto alla sottoscrizione del nuovo protocollo d’intesa tra l’Università e la Regione. Con pari immediatezza sono state assunte posizioni esplicite in ordine alla nomina del manager dell’azienda Policlinico-Vittorio Emanuele, pur nella continua situazione di crisi che caratterizza il governo regionale. Rinnovo gli auguri di un sereno Natale ed auguro a tutti Voi ed alle Vostre famiglie un 2010 migliore dell’anno che sta per concludersi, che sia ricco di successi personali e di solidarietà nei confronti di quanti hanno bisogno di essere aiutati.

Prof. Antonino Recca Rettore dell’Università degli Studi di Catania