Recca scrive ai docenti sulla crisi

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Recca scrive ai docenti sulla crisi

Il rettore dell’università di Catania, Antonino Recca, ha indirizzato la seguente «lettera aperta» ai docenti dell’ateneo:

Cari colleghi,
stiamo uscendo, con fatica e rischi di ricadute, da una crisi (non solo) economico-finanziaria che ha portato il mondo sull’orlo della catastrofe, aumentato fortemente la disoccupazione, di cui il precariato universitario costituisce una triste e drammatica traccia, e ridotto, talvolta, ingenerosamente e irrazionalmente le risorse finanziarie a disposizione delle Università per sostenere le spese di funzionamento ordinario, la ricerca scientifica e, soprattutto, il reclutamento dei giovani ricercatori.
Si sta scatenando una spietata concorrenza internazionale e nazionale tra le Università, manifestandosi una loro tendenziale privatizzazione in special modo nelle regioni economicamente arretrate e socialmente depresse, incapaci, quindi, di fornire risorse finanziarie ai loro atenei e poveri di posti di lavoro per i laureati offerti dal processo formativo. Condizioni queste che costituiscono, spesso, criteri decisivi nella formulazione delle tante graduatorie o classifiche nelle quali alcune Università meridionali, come quella di Catania, figurano in una posizione non elevata, ma immeritata.
Il recente disegno di legge della Riforma universitaria presentato dal Ministro Gelmini e approvato dal governo spinge, inesorabilmente, in questa direzione contrassegnata dalla competizione tra più o meno bravi, rendendo ancora più difficile la vita di Università, quale la nostra che pur rivelatasi virtuosa, tanto da essere accolta dall’AQUIS, è costretta a fare salti mortali o stringere i denti per essere e dimostrarsi efficiente ed efficace.
Alle prese con questa complessa e grave problematica, non è consentita alcuna esitazione o incertezza, debolezza o indegnità da parte di chi opera nel nostro ateneo, già sottoposto a dura prova e che non merita per il compito svolto dalla stragrande maggioranza dei suoi componenti alcun discredito.
Per questi motivi ho preso l’iniziativa di ribadire con forza assieme a voi che nella nostra gloriosa Università, di antiche origini ed elevate tradizioni, devono continuare a vibrare alte, convinte e solenni la dignità, la libertà delle donne e degli uomini che vi lavorano e, in speciale e centrale modo, degli studenti che vi studiano nella speranza di crescere e formarsi sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista professionale.
Oggi più che mai bisogna convincersi che l’amore della scienza senza l’autovalutazione delle proprie attività didattiche, di ricerca scientifica e assistenziali, nel caso della medicina universitaria, risulta impari, incompleto, insufficiente. È questa la strada che bisogna seguire per raggiungere le vette più elevate dell’etica personale e comunitaria.
Il livello culturale e lo spessore morale di una comunità si misurano dalla sua capacità di fare riflessioni rigorose, assumersi tutte le responsabilità necessarie e darsi comportamenti consequenziali, facendo appello alla sensibilità deontologica e competenza professionale dei suoi componenti e, prendendo il buon esempio, degli insegnamenti religiosi e morali della Chiesa e della vita dei tanti, credenti e non credenti, catanesi, che hanno nobilitato e continuano a rendere grandi la nostra comunità e il suo ateneo.
Antonino Recca
Rettore Università degli Studi di Catania

Alfio Russo